Anche in Venezuela saranno commemorati i caduti italiani in tutte le guerre

CARACAS – Com’è ormai consuetudine, anche questo 4 novembre, sarà ricordata la Giornata delle Forze Armate Italiane e saranno commemorati i nostri eroi caduti in tutte le guerre. La cerimonia religiosa, che in questa occasione non sarà la tradizionale Santa Messa, si terrà presso la Chiesa Nostra Signora di Pompei domani alle 10:30. E ad essa assisteranno i nostri militari in Venezuela, i nostri rappresentanti diplomatici e consolari ed è invitata a partecipare la nostra Collettività.

Durante la cerimonia, semplice come d’altronde è semplice la vita dei nostri soldati, dopo le parole del Colonello dei Carabinieri Rodolfo Passaro, Addetto militare della nostra Ambasciata, verranno lette le emotive preghiere del soldato, del marinaio, dell’aviatore, dell’alpino e del carabiniere. Quindi, si osserverà un minuto di silenzio, si eseguirà l’inno d’Italia e si procederà alla deposizione di due corone al monumento dei caduti, una offerta dalle Forze Armate Italiane ed un’altra dall’Associazione Nazionale Alpini.
Il 4 novembre, per tutti gli italiani, rappresenta una data storica: non solo segna la fine della Prima Guerra Mondiale ma anche, e soprattutto, la conclusione di un percorso, durato circa 70 anni, che ha portato all’unificazione d’Italia. Insomma, fu l’ultima guerra del risorgimento nazionale.

Dopo la disfatta di Caporetto e la sanguinosa ritirata che permise agli eserciti austro-tedeschi di raggiungere Udine ed il Tagliamento (le truppe tedesche d’avanguardia erano comandate dal ventiseienne Erwin Rommel, destinato a diventare la famosa «volpe del deserto» nella Seconda Guerra Mondiale) , l’esercito italiano riuscì a ricomporsi e a creare una línea difensiva sul Piave, dal Grappa al Montello, dove gli austriaci furono frenati nel loro tentativo di dilagare nella Valle Padana. Il Generale Armando Dìaz, subentrato a Cadorna, organizzò l’offensiva che cominciò alle tre del mattino ed ebbe il suo epicentro sul Grappa, per dare al grosso dell’esercito la possibilità di attraversare il Piave. I combattimenti durarono tre giorni. Poi, finalmente, la cavalleria si lanciò su Vittorio Veneto, che fu raggiunta la stessa sera. L’armata austriaca, così, fu costretta ad abbandonare il monte Grappa ed il 29 un ufficiale austriaco informò il comando italiano dell’arrivo di un plenipotenziario con la richiesta di armistizio. Questo si firmò il 3 novembre a Villa Giusti, lo stesso giorno in cui l’esercito italiano conquistava Trento e Trieste. Il Generale Dìaz, il 4 novembre, annunciava la vittoria; una vittoria sofferta che costò troppe vite umane (nella sola disfatta di Caporetto l’Italia perdette 400 mila uomini tra morti, feriti e prigionieri) e concludeva il ciclo di campagne militari per l’Unità d’Italia. Da allora, il 4 novembre si commemora la Festa delle Forze Armate e si ricordano tutti i caduti italiani in guerra.
Tante cose son cambiate dal lontano 1918. Oggi i soldati italiani sono impegnati in missioni di pace in vari teatri di operazioni. La loro presenza in terre ostiche come ad esempio l’Iraq e l’Afghanistan, richiede purtroppo a volte anche un contributo di sangue.

La commemorazione dei caduti italiani in guerra ha, per la nostra collettività, un significato particolare. Ed infatti, è l’occasione per ricordare l’appuntato dei carabinieri Horacio Mayorana, il giovane italo-venezolano che, una volta conclusi gli studi nella nostra scuola Agostino Codazzi, decise di tornare in Italia spinto dal desiderio di arruolarsi nell’Arma dei Carabinieri. Mayorana morì la notte del 12 novembre del 2003, quando un kamikaze fece esplodere un camion cisterna davanti alla base Msu italiana dei carabinieri a Nassiriya. Con Horacio Mayorana morirono altri 19 giovani dell’Arma.