Iraq, la minaccia di al-Qaeda: «Ultimatum scaduto, caccia al cristiano»

BAGHDAD – «E’ ormai scaduto l’ultimatum lanciato due giorni fa alla chiesa d’Egitto per la liberazione delle due donne musulmane che tengono prigioniere. Non abbiamo avuto alcuna risposta ed ora siete tutti coinvolti nella guerra all’Islam, per cui state attenti alle anime dei vostri seguaci». E’ con queste parole che inizia il comunicato diffuso sul web dal cosiddetto ‘ministero della guerra’ dello ‘Stato islamico iracheno’, sigla dietro la quale si nasconde la cellula di al-Qaeda in Iraq.


Questo messaggio fa seguito a quello diffuso due giorni fa nel quale si rivendicava l’attacco contro la chiesa di Baghdad di domenica scorsa, dove sono morte 52 persone,e si chiedeva alla chiesa copta egiziana di rilasciare due donne egiziane, Camilia Chehata e Wafa Constantine, mogli di sacerdoti copti trattenute in un convento contro la loro volontà dopo essersi convertite all’Islam. Al-Qaeda conferma quindi che tutti i cristiani e le loro chiese sono divenuti «obiettivi legittimi» del gruppo terroristico e sono quindi in pericolo.
Nel messaggio diffuso dalla cellula irachena di al-Qaeda oltre alle minacce contro i cristiani copti d’Egitto si fa riferimento esplicito anche al Vaticano. Pur confermando la volontà di dare la caccia al cristiano, i terroristi vogliono dare ancora una possibilità ai cattolici della chiesa di Roma e affermano che «il ministero della Guerra dello Stato islamico iracheno annuncia che a partire da oggi tutte le chiese e e le organizzazioni cristiane ed i loro capi sono un obiettivo legittimo dei mujahidin. Questi politeisti ed i loro capi nel Vaticano devono sapere che la spada non cadrà sulla testa dei loro seguaci se annunceranno la loro innocenza e prenderanno le distanze da quanto è stato fatto dalla chiesa egiziana».


Le minacce di al Qaeda sono state condannate dall’Ayatollah iracheno, Ali al-Sistani. «Il leader del clero sciita – riferisce il giornale arabo ‘al-Sharq al-Awsat’ – ha condannato l’atto criminale messo a segno contro i nostri fratelli cristiani e ha chiesto alle forze di sicurezza irachena di assumersi la responsabilità di difendere i cittadini». Secondo una fonte interna al clero sciita di Najaf, al-Sistani si sarebbe detto «molto preoccupato per quanto accaduto domenica scorsa a Baghdad ed ha chiesto alla polizia di difendere con forza i luoghi di culto cristiani».


Anche in Egitto i gruppi islamici più rappresentativi, come la Jama’a Islamiya e i Fratelli Musulmani, hanno preso le distanze dalle minacce lanciate da al-Qaeada contro la chiesa copta. Con alcuni messaggi, apparsi sui loro siti Internet, i due gruppi islamici chiedono ai fedeli di proteggere i cristiani egiziani. Secondo Najih Ibrahim, portavoce della Jama’a Islamiya, considerato il gruppo più estremista dal quale è poi sorta al-Qaeda negli anni Novanta, «gli attacchi alle chiese, l’uccisione di civili o il loro sequestro è vietato dalla sharia islamica».


Secondo Ibrahim, citato dal sito ‘Islammemo’, «al-Qaeda non rappresenta l’Islam. Molte delle sue azioni mettono in cattiva luce la nostra religione perchè uccidono civili innocenti. Le loro azioni ci mettono sempre a disagio. Non credo inoltre che al-Qaeda in Iraq sia in grado di lanciare minacce contro i copti egiziani».