Bolivar y Garibaldi: normalità ripristinata?

CARACAS – Tutto risolto, mettiamoci una pietra sopra ma senza dimenticare. Così può essere rias-sunto il pensiero del Consolato d’Italia espresso ufficialmente ieri mattina nel corso di una riunione che ha sancito la riapertura, con due mesi di ritardo, della scuola paritaria Bolivar y Garibaldi. Presenti nel salone dell’istituto i funzionari dell’Ufficio Scuole del Consolato di Caracas Dott. Vincenzo Spezza e Dott.ssa Daniela Ferrato, il Console Generale d’Italia Dott. Giovanni Davoli, i proprietari dell’istituto Claudio e Patrizia Milazzo, alcuni insegnanti e genitori.


Vincenzo Spezza ha preso parola riassumendo brevemente le supposte ragioni che due settimane prima dell’inizio ufficiale dell’anno scolastico avevano spinto i responsabili della Bolivar y Garibaldi a decretarne la chiusura improvvisa: un ciclo di scuola superiore di durata quinquennale e non quadriennale, e la mancanza di docenti italiani. Problemi ormai risolti. Come ha spiegato ancora una volta Spezza, il quinto anno della scuola media superiore previsto dalle nuove norme italiane non è da intendersi valevole per chi è al quarto anno, o al terzo, ma soltanto per chi si accinge ora ad iniziare l’istituto tecnico. Per quanto riguarda invece l’insufficienza del corpo docenti, il Consolato ha fatto il lavoro che avrebbero dovuto fare i responsabili dell’istituto cercando e contrattando professori provenienti dall’Italia. In questo momento “la scuola è in grado di ricominciare”, come ha dichiarato Spezza.


Il Console Davoli ha riscosso i favori dei genitori presenti per la chiarezza ed i toni decisi del suo intervento. La Bolivar y Garibaldi, ha spiegato, è una scuola privata che però, in quanto dispensatrice di diplomi italiani valevoli in Italia, si delinea come ‘servizio pubblico’. Quello che ha fatto, ossia impedire improvvisamente agli alunni di proseguire e completare il proprio corso di studi, è una “interruzione di servizio pubblico” che secondo la legge comporterebbe conseguenze penali. Anche in Venezuela l’interruzione del ciclo di studi, la ‘promesa educativa inclumplida’ è considerata reato. Senza pensare alle ‘pressioni su studenti minorenni’, anch’esse con risvolti penali, più volte denunciate dai genitori degli alunni, cui il Console dice di “far finta di non credere” o alle denigrazioni degli insegnanti italiani anch’esse denunciate dai genitori in una lettera al Consolato d’Italia.


Il diplomatico ha infine spiegato che una scuola paritaria “non può prendere da sola decisioni di questo tipo”, come ha invece fatto, e che in caso di gravi problemi o emergenze deve obbligatoriamente rivolgersi al Consolato. Solo quest’ultimo, in veste di Provveditore agli studi, può occuparsi del caso e, eventualmente, prendere decisioni di questa entità.


Dott. Spezza ha rivolto un invito formale ai genitori perché questi costituiscano un comitato rappresentativo, capace di funzionare come controparte sia nei confronti dell’istituto scolastico sia del Consolato. Inoltre, ha auspicato per il futuro un atteggiamento cooperativo e positivo, da trasmettere eventualmente anche alle tante famiglie che hanno preferito ritirare i propri figli dalla scuola paritaria italiana. Nelle sezioni della scuola media inferiore, ad esempio, sono pochissimi gli alunni ‘superstiti’, addirittura nessuno per quanto riguarda la terza media.


La missione ora è far rientrare gli alunni nelle loro rispettive aule e ripristinare la ‘normalità’ all’interno dell’istituto. Mettere in primo piano le vere vittime di tutta la vicenda: gli studenti, che per colpa dei responsabili della Bolivar y Garibaldi non hanno potuto frequentare due mesi di scuola mettendo a serio rischio il buon esito degli esami di terza media e di maturità che a giugno dovranno presentare. Sarà un duro lavoro quello che aspetta i nuovi insegnanti, tra cui Fabio Calzolari e Nicola Cirasola, che dovranno in pochi mesi preparare studenti venezolani ad un esame di maturità in una lingua che non dominano.


Il responsabile dell’Ufficio Scuole ha annunciato ai presenti che tra un mese inizierà personalmente ad effettuare visite didattiche classe per classe, al fine di verificare la qualità dei risultati dell’insegnamento. Questo in nome del ruolo di ‘controllore’ che deve essere esercitato dall’ente diplomatico sulle istituzioni italiane.