Le Acli sul voto all’estero “Garantire la trasparenza”

“Garantire in tutti i modi la trasparenza del voto all’estero”. Lo chiedono a gran voce da Parigi i delegati delle Acli internazionali, riuniti nella capitale francese per il terzo congresso della Fai (la Federazione delle Acli internazionali) in rappresentanza di 18 Paesi nel mondo dov’è radicata la presenza dei nostri connazionali, dall’Europa continente americano, dall’Australia al Sudafrica.

“Non fateci piu votare con quella legge – chiedono gli italiani all’estero rappresentati dalle Acli – Non vogliamo rinunciare all’esercizio del diritto di voto, che rappresenta per noi una conquista storica, ma proprio per questo vogliamo che sia garantita la correttezza e la trasparenza del processo democratico”. “Il processo di voto per corrispondenza – spiega Michele Consiglio, responsabile della Rete mondiale aclista – cosi’ com’è, non offre sufficienti garanzie. C’è il problema dell’aggiornamento delle liste degli italiani iscritti all’Aire. Si potrebbe introdurre la dichiarazione anticipata di volontà di voto presso i singoli consolati, quindi l’invio da parte del ministero dell’Interno del plico elettorale con ricevuta di ritorno, cosi’ da facilitare la verifica della corripondenza delle schede elettorali”.

Da Parigi arrivano segnali di richiesta anche per il rinnovo di Comites e Cgie, perché “l’indebolimento degli organi tradizionali di rappresentanza degli italiani all’estero – continua Consiglio – rende più difficile il controllo sulla politica”. La preoccupazione dei delegati delle Acli sfocia anche nei tagli operati in Finanziaria sui capitoli per gli italiani all’estero. “Le recenti ‘Decisioni di Bilancio per il 2011 – si legge nella nota delle Acli – per il capitolo di spesa previsionale del Ministero degli Affari esteri prevedono un taglio del 20% rispetto al 2010, pari a 14 milioni di euro in meno. Tagli che si aggiungono a quelli degli altri anni: nel 2008 lo stato di previsione prevedeva una spesa di 131 milioni, nel 2001 si scende a 59 milioni: un taglio in tre anni pari a 72 milioni pari al 55%. Nel 2012 si conferma la stessa cifra del 2011. Ma considerando che essa, per legge, deve comprendere anche le elezioni dei Comites e del Cgie, di fatto si avrà una ulteriore decurtazione del 12% . Nel 2013 si scenderà così a circa 52 milioni”.

I lavori di Parigi hanno messo in luce, per l’ennesima volta, i problemi nell’assistenza sanitaria ai nostri connazionali emigrati. Colpa dei tagli che “si riversano in particolare sui contributi ad enti di assistenza per il 29% e sulle attività di assistenza a connazionali indigenti per 27%. Le conseguenze sugli italiani all’estero sono facilmente immaginabili. Un caso eclatante, quello della Swiss Medical in Argentina. Dal prossimo gennaio 2001 – conclude la nota – oltre 5mila connazionali, in gran parte anziani e in condizione di particolare indigenza, non riceveranno più l’assistenza sanitaria attivata nel 2007 dal governo Prodi. A causa dei ripetuti tagli ai fondi per gli italiani all’estero la copertura sanitaria è esaurita: la Swiss Medical interromperà quindi il servizio di assistenza”.