“Le politiche per gli italiani nel mondo a rischio” L’emigrazione “fuori dall’attenzione istituzionale”

“Non è un momento bello quello che attraversiamo, e l’immagine del nostro paese nel mondo subisce un durissimo colpo e noi che viviamo nel mondo ne risentiamo forse più di tutti. Una immagine che provoca, come ha affermato il ministro Frattini, danni a cittadini e imprese, e sentiamo tutta l’amarezza. Risentiamo tutta l’amarezza, tutto il disagio e la portata negativa. Spesso l’immagine dell’Italia per noi che viviamo all’estero si declina e si traduce anche in un sentimento di umiliazione”.

E’ un commento che non lascia spazio all’ottimismo quello del segretario generale del Cgie Elio Carozza che ha ricordato come dalla prima conferenza dell’emigrazione italiana del lontano 1975 al 2008, gli italiani all’estero abbiano assistito a “un lento ma progressivo riconoscimento” dei propri diritti. Ma proprio ora che “gli italiani all’estero vedono completato il loro sistema di rappresentanza, inizia lo smantellamento e il ridimensionamento delle politiche e dei diritti. Dal 2008 si smantella la rete consolare” e “si attacca frontalmente la rappresentanza generale. In questo contesto la questione ‘italiani all’estero’ rischia di essere messa definitivamente fuori dall’attenzione istituzionale”.

Carozza ha poi puntato l’attenzione sulla stretta attualità. “La finanziaria 2011 ridimensiona ulteriormente i capitoli di spesa destinate alle politiche e interventi per gli italiani all’estero” passando dai circa 60 milioni del bilancio 2008 ai 29 milioni di oggi. Infine, il caso del rinnovo di Comites e Cgie: “Dalla Commissione continentale del Canada, alcuni giovani con una raccolta di firme hanno chiesto che le elezioni vengano convocate il più presto possibile. Noi sosterremo con forza e convinzione questa iniziativa. Si era detto, con formula ricattatoria, che si sarebbe andato ad elezioni solo dopo il cambio della legge elettorale. Ci era stato detto che era questione di settimane, siamo stati aperti al dialogo. Oggi con la crisi, si allontana ulteriormente la possibilità di riforma. Chiediamo che rinnovi siano indetti al più presto possibile”.