Gli etnei affossano i pugliesi

CATANIA – A essere cattivi si può dire che questo Bari non riuscirebbe a vincere nemmeno giocando in undici contro dieci. Ma non è giusto infierire su una squadra che nel finale ha proposto come tridente quello composto da Rana, Caputo e D’Alessandro (e in precedenza Alvarez). Un po’ poco non tanto per affrontare il Catania, ma addirittura per la A, in generale. Così al Massimino i padroni di casa, con il minimo sindacale (un gol di Terlizzi, al secondo centro consecutivo), portano a casa tre punti d’oro e si allontanano dalla zona calda.


Ci vuole Terlizzi, insomma, a dare ossigeno al Catania. Perché l’attacco è un buco nero. Emblematica l’involuzione di Maxi Lopez: l’anno scorso, un califfo da doppia cifra di gol in metà campionato, ma da agosto un altro giocatore. Sbaglia gol e tocchi facili, si innervosice, protesta e viene espulso. Non sarà mica che con i capelli corti abbia perso le forze, per paragonarlo a Sansone? Scherzi a parte, è da ritrovare.


La rete decisiva arriva due minuti dopo il rosso a Lopez. Punizione conquistata e calciata da Llama da sinistra: mancino vellutato, quello dell’argentino, che plana in area sulla testa di Terlizzi. Gillet non può farci niente, dopo che in precedenza si era esibito in almeno due quasi-miracoli, e il fortino del Bari, fin lì ordinato, crolla d’un botto. E il tempo a disposizione, oltre che il materiale umano, non è sufficiente a raddrizzare la situazione.


Giampaolo respira (quanto li avrebbe rimpianti, i due punti persi in caso di pareggio?) e porta il Catania fuori dalla bolgia della zona-retrocessione. Bravo l’allenatore anche nei cambi, quando toglie Mascara e Izco per Llama e Ledesma. Gioco allargato, più tonicità in mezzo, e 1-0 giusto. Certo, quattro gol nelle ultime sette partite, di cui due di Terlizzi, devono far riflettere l’ex allenatore dell’Ascoli e del Siena.


Il povero Bari incassa la settima sconfitta in otto uscite. La raffica di infortuni costringe Ventura a imbottire la squadra titolare di Primavera (Crimi) e gente ripescata dopo essere finita fuori rosa (Galasso, nel finale anche Strambelli): un po’ troppo per sperare anche solo qualcosa. Il mercato di gennaio è ancora lontano, quindi il futuro dei pugliesi, già non floridissimo, promette proprio poco.