Fli avverte Berlusconi: “Il simbolo del Pdl appartiene anche a noi”

“Dicono che Berlusconi stia preparando un nuovo partito per rinnovarsi in vista del voto. Comprendiamo la sua esigenza, anche perché il nome e il simbolo del Pdl sono in comproprietà con Fini e non potrà utilizzarli”: l’altolà lanciato dal capogruppo di Fli a Montecitorio Italo Bocchino al Popolo della Libertà sull’utilizzo del nome e del simbolo testimonia come i nervi nel centrodestra siano sempre più scoperti.

L’avvertimento dell’esponente finiano riguarda poi anche un altro marchio, quello del “vero centrodestra”: “Dicono anche che nella conferenza stampa tenuta a Lisbona si sia fatto sfuggire che vuole scendere in campo definendosi ‘il vero centrodestra’ – scrive Bocchino in una nota pubblicata sul sito di Generazione Italia riferendosi sempre a Berlusconi – Per evitargli problemi giudiziari, che purtroppo non gli mancano, gli comunichiamo che dal 17 maggio scorso ‘il vero centrodestra’ è stato registrato da noi all’ufficio marchi e brevetti di Roma. Una ragione in più che prova che il suo non sarà il vero centrodestra italiano”.

Nella nota pubblicata sul sito dell’associazione vicina a Gianfranco Fini – dal titolo “Una nuova stagione. O la sfiducia sarà irreversibile” – Bocchino inoltre scrive: “Cominciamo col dire che il 14 dicembre (il giorno in cui verrà votata la fiducia al governo in entrambi i rami del Parlamento, ndr) è una data fortunata per Gianfranco Fini. Lo stesso giorno del 1987 fu eletto segretario nazionale del Msi e da lì cominciò il suo percorso di leader politico che dopo 23 anni lo vede ancora centrale nella politica italiana. Poi c’è da chiedersi che cosa farebbe Berlusconi se con lo shopping parlamentare conquistasse la fiducia per uno, due o tre voti. Un destino infame, come quello di Romano Prodi la scorsa legislatura. Una vittoria di Pirro per diventare un Re Travicello sbertucciato da tutte le rane dello stagno.

Sarebbe quindi meglio – sottolinea Bocchino – prendere atto della realtà e rispondere con senso di responsabilità alla sollecitazione venuta da Gianfranco Fini nella convention di Perugia. Oggi è evidente che la maggioranza emersa dal voto del 2008 non c’è più e che Berlusconi se va avanti con la sua ormai inutile prova muscolare fa un enorme danno al Paese e un danno esiziale a se stesso”. “Quando si perde – afferma – si deve avere l’onestà e la dignità di ammetterlo; e Berlusconi ha perso due volte. Ha perso politicamente perché ha distrutto il Pdl facendo prevalere la pancia sulla ragione espellendo Fini dal partito che avevano in comproprietà. Ha perso come uomo di governo perché senza Fini non ha più la maggioranza, ma soprattutto perché non è riuscito a fare ciò che aveva promesso agli italiani”. Il capogruppo di Fli alla Camera aggiunge: “Noi che davvero amiamo l’Italia consigliamo a Berlusconi di non arrivare in aula a mostrare i suoi muscoli e di invitare tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione, a sedersi attorno a un tavolo per fare assieme tre cose per l’Italia prima di andare al voto”.

Immediate giungono le reazioni da via dell’Umiltà: “Penso da tempo che le provocazioni di Bocchino siano un boomerang per Fini e per Fli. La sortita odierna sul simbolo Pdl ne è l’ennesima conferma. Bocchino e i finiani dimenticano sempre una cosa: e cioè che gli italiani vedono tutto, capiscono e giudicano” afferma il portavoce del Pdl Daniele Capezzone, mentre per il senatore del Popolo della Libertà Francesco Casoli “Bocchino non è nessuno per imporre a Berlusconi dei diktat. Fini controlli il suo maldestro portavoce che lo sta spingendo verso una veloce rovina politica”.