Casini: «Il 14 l’Udc voterà la sfiducia»

ROMA – ”Serve un armistizio per il bene del paese”: Pier Ferdinando Casini afferma la disponibilità dell’Udc per un governo che metta insieme le forze di destra e di sinistra e che pensi ”non alle prossime elezioni, ma alle prossime scadenze dell’Italia, un’Italia che rischia di andare a fondo”. Ma l’offerta del leader Udc non muta l’atteggiamento dei centristi sulla fiducia al governo: il 14 dicembre, conferma Casini, l’Udc voterà contro il governo Berlusconi. E per il dopo, in caso di crisi, non vuole sentire parlare di elezioni.
– Il vero problema – sostiene – sarà cosa succede il giorno dopo. Se ottiene la fiducia per pochi voti, il governo dovrà tirare a campare. Se invece Berlusconi deciderà di andare alle elezioni, questa sarà una fuga dalle responsabilità.

L’armistizio di Casini si inserisce in questo stretto spazio di manovra. Peraltro, sulla sincerità della ‘mossa’ di Casini non tutti sono pronti a giurare: il capogruppo del Pd Dario Franceschini è sicuro che alla fine il leader centrista ”non salirà su una nave che vede affondare” e interpreta le parole del leader centrista come ”una tattica”. In effetti la disponibilità mostrata dall’Udc verso un esecutivo di ”riconciliazione” ha tutta l’aria di essere un modo per sfidare Berlusconi ad ammettere il fallimento del governo. Prova ne sia che le condizioni poste dall’Udc al dialogo restano le stesse di sempre e appaiono difficilmente percorribili per il Pdl: rottura con la Lega, troppo egemone nel centrodestra, e dimissioni di Berlusconi. Senza l’accoglimento di queste condizioni, si ragiona tra i centristi, è impossibile immaginare la strada di un rientro nel centrodestra: più che un ritorno apparirebbe una sorta di rinnegamento del cammino intrapreso negli ultimi anni.

La disponibilità dei centristi verso l’attuale maggioranza resta quella di sempre: l’Udc non vota la fiducia ma non nega sostegno in Parlamento ai provvedimenti della maggioranza quando siano finalizzati alla risoluzione dei problemi del paese. Ad ispirare i centristi resta la ”grande coalizione” messa in piedi da Angela Merkel in Germania proprio per affrontare la sfida della crisi economica in Europa.

Dal Pdl il presidente della regione Lombardia Formigoni si dichiara ottimista sull”’apertura” di Casini verso una possibile collaborazione tra Udc e l’attuale maggioranza. Di opinione diversa Daniela Santanchè per la quale il governo avrà la maggioranza il 14 dicembre senza bisogno dei voti Udc. Per Francesco Rutelli, Casini ”non ha cambiato idea” ma ha voluto ”mettere alla prova Berlusconi se vuole sganciarsi dalla Lega o vuole rimanere prigioniero. Basterà poco per avere la risposta”. Quanto alla Lega la chiusura ai centristi resta netta:
– Nessuno – avverte Roberto Cota – pensi di usare armi varie per convincerci a fare un governo tecnico nel nome del federalismo. Il governo tecnico va contro gli interessi del federalismo, e ricordiamoci che proprio l’Udc votò contro il federalismo-.