Udc presenterà la mozione di sfiducia al governo

ROMA – L’Udc annuncia di voler presentare una mozione di sfiducia al governo e testerà da oggi i margini per una convergenza con Fli e Api. In coerenza con le 37 sfiducie già votate al governo Berlusconi l’Udc lo ha deciso ‘’all’unanimità’’ dando mandato al proprio leader Pier Ferdinando Casini di ‘’farlo nei modi e nelle forme che riterrà opportuni’’. Cosi’ si è pronunciato il gruppo centrista riunito ieri sera a Montecitorio decidendo ‘’una strada obbligata, in coerenza con gli impegni presi’’. Una riunione al termine della quale si è appreso che oggi ci sarà anche un vertice tra Gianfranco Fini,il leader centrista e Francesco Rutelli nel quale si dovrebbero valutare le convergenze per una mozione di sfiducia comune da presentare subito oppure, tra qualche giorno.


Fini e Casini si sono sentiti anche ieri, prima della riunione centrista. Quello che preme al partito di Casini, al di là dei tecnicismi parlamentari (per la presentazione di una mozione di sfiducia ci vogliono 63 firme) è di dare un forte segnale: i centristi in coerenza con la propria linea all’opposizione al governo voteranno la sfiducia, ma si preoccupano anche di fornire una proposta perchè ‘’un voto in più o in meno – spiega Casini – non cambia il problema vero: quello di governare il paese’’.


– L’idea di creare un’area di responsabilità e un impegno perchè non servono governicchi ma governi forti che affrontino l’emergenza economica. C’è la necessità di un governo di responsabilità più ampio e di come superare questa fase politica.


Un mandato ampio quindi quello consegnato a Casini dal suo gruppo che gli offre un certo margine per affrontare una fase delicata: per coniugare con coerenza la valutazione negativa sull’attuale governo con la necessità di costruire un percorso per affrontare l’eventualità della crisi dell’esecutivo. E si sa da tempo che la posizione dei centristi è a favore di un governo di responsabilità nazionale che eviti al paese il voto anticipato, inopportuno in un momento critico per tutta l’economia europea.


Se sfiducia alla fine ci sarà e per mano dell’area parlamentare del terzo polo, sarà proprio questo a proporre un nuovo esecutivo per affrontare responsabilmente i nodi del Paese. Ma la strada da percorrere fino al 14 è ancora lunga e i centristi si mostrano prudenti. Se Berlusconi si dimettesse prima del 14 dicembre?
– sarebbe un gesto che apprezzerei molto – è la risposta di Casini Il Pd ha fatto pressing sui centristi per una mozione di sfiducia comune ed ora Pier Luigi Bersani prende atto della mozione centrista:
– E’ un gesto di chiarezza – commenta – Evidentemente la presentazione della mozione di sfiducia da parte del Pd ha messo in movimento la situazione.

LA SFIDUCIA


Premier: «No ad agguati di palazzo»

ROMA – Il governo va avanti, lasciando agli altri ‘’le manovre e gli agguati di palazzo’’, ‘’le chiacchiere e le polemiche’’. Silvio Berlusconi, in Kazakhistan per un vertice dell’Osce, non perde d’occhio le questioni italiane. E, mentre a Montecitorio è sempre più guerra dei numeri, Fli, Udc e Api si confronteranno oggi sull’ipotesi di una mozione di sfiducia congiunta dopo l’annuncio dei centristi di una loro iniziativa in tal senso che per il segretario del Pd Pierluigi Bersani rappresenta un ‘’gesto di chiarezza’’.


– Ognuno sceglie di morire come vuole – è il giudizio lapidario di Umberto Bossi, convinto che il 14 dicembre l’esecutivo otterrà la fiducia. Che dovrà essere ‘’forte e consistente’’.
– Altrimenti -insiste il premier- sarà campagna elettorale.


A due settimane dal D-day per il quarto governo Berlusconi, dunque, la partita è ancora aperta.
– Noi continuiamo a lavorare – assicura il presidente del Consiglio, che in un messaggio on line ai suoi sostenitori torna a sbandierare il marchio del ‘’governo del fare’’ – Lo abbiamo dimostrato anche in queste difficili settimane conseguendo importanti successi in politica estera, intervenendo, tra mille difficoltà, per risolvere la nuova emergenza rifiuti di Napoli, approvando alla Camera la riforma dell’Università.


Obiettivi che, però, non bastano a Futuro e Liberta’.
– La sfiducia? Aspettiamo le risposte del premier alle questioni politiche che il presidente Fini ha messo sul tappeto – è la posizione dei futuristi, ancora combattuti al suo interno tra falchi e colombe, ma convinti comunque di presentarsi uniti alla ‘grande prova’
-. Tra di noi discutiamo, perchè non siamo una caserma – spiegano i finiani Andrea Ronchi e Roberto Menia – ma chi fa il giochetto tra buoni e cattivi non andrà lontano: siamo un gruppo nato su una scelta comune e ci esprimeremo in modo comune.


Chi ha già scelto, invece, è l’Udc.
– L’Italia ha bisogno di una nuova offerta politica, voteremo la sfiducia – assicura il leader Pier Ferdinando Casini, sicuro che tra le fila del suo partito ‘’non ci saranno defezioni’’.


I pallottolieri, da una parte e dall’altra, sono in uso. Fini, Casini e Rutelli, che oggi si incontreranno, sono certi di contare su 318 deputati. In sostanza, il cosiddetto ‘terzo polo’, Pd ed Mpa, ma non la finiana Giulia Cosenza, da un mese assente giustificata a Montecitorio per problemi di salute.


Sul fronte opposto c’è l’ottimismo di chi pensa di poter ribaltare la situazione, anche contando sui ‘dubbiosi’ di Fli, una piccola pattuglia di ‘colombe’, 4 cinque deputati, che cerca ancora di trovare la mediazione per evitare la sfiducia al governo.


Ma Berlusconi archivia le iniziative dell’opposizione come ‘’manovre di palazzo’’ da lasciare agli altri.
– Cerchiamo piuttosto di comunicare ai cittadini le cose realizzate dal governo – dice annunciando l’impiego di una serie di nuove tecnologie, tra cui Ipad e Iphone, per informare ‘’tutti coloro che vogliono sapere la verità’’.


Ma intanto si tiene in contatto con Gianni Letta, che prosegue nella sua paziente attivita’ di mediazione alla ricerca dell’equilibrio più che mai indispensabile per continuare la navigazione. Il fedele sottosegretario è prudente.
– Non sappiamo cosa succedera’ il 14 dicembre – dice tra il serio e il faceto mentre presenta le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia con Giuliano Amato. L’ex premier, che presiede il comitato dei garanti delle celebrazioni, ribatte in modo scherzoso:
– Vivo 150 anni fa e ci sto benissimo… so più di Garibaldi e Cavour che di Berlusconi e Fini. E so anche come è andata a finire: un grande vantaggio…