Solidarietà

Il 7 aprile del 2009, all’indomani del terribile terremoto che distrusse il centro storico dell’Aquila ed i suoi magnifici borghi, chiamammo all’appello la nostra Collettività. E tutti risposero, senza eccezione. Risposero le nostre istituzioni e fecero altrettanto tutti i nostri connazionali. Fu una corsa alla solidarietà. Allora, la generosità degli italiani del Venezuela – di tutti gli italiani e non solo di quelli di origine abruzzese – si materializzò in una cospicua somma di denaro. Questa, grazie all’interesse della nostra Ambasciata ed alla sensibilità dei funzionari di Cadivi, fu trasferita ad un conto della Regione Abruzzo. Erano fondi destinati alla costruzione di importanti opere. Quei denari, responsabili i meandri della burocrazia regionale, ancora non sono giunti a destinazione. Eppure, ne sono passati di mesi. Il Sindaco di Villa Sant’Angelo li attende tuttora. Ma questa è un’altra storia; una storia della quale parleremo in un altro momento.

Oggi, a causa del maltempo, ad aver bisogno della nostra solidarietà sono i nostri fratelli venezolani. Migliaia di famiglie, tra esse anche quelle di connazionali, sono rimaste senza un tetto. Vivono in rifugi provvisori, in attesa di una migliore sistemazione. Molti raccolti sono andati persi, allevamenti completamente distrutti, industrie allagate. Tanti i paesi che oggi giacciono sotto le acque. A Caracas, a Maracaibo, a Merida, a San Cristobal ed in tante altre città del Paese quartieri umili, resi inabitabili dalle piogge, sono stati evacuati. In alcuni di essi, non si potrà far più ritorno. Le Tv, pubbliche e private, ritraggono immagini dantesche. Sono quelle di una nazione in ginocchio ma non sconfitta; di un paese che non si arrende abituato com’è a rispondere con coraggio e tenacia alle calamità. Non ci sorprende. Dopotutto è un paese che anche noi abbiamo aiutato a costruire e che, nel fondo, abbiamo concorso a modellare. In esso abbiamo seminato quel coraggio e quella tenacia che ci sono propri, che sono nel dna di tutti gli italiani fuori d’Italia.

E’ per questo che la “Voce”, assieme a Faiv, a Fedeciv e a Fegiv, rivolge l’ennesimo invito alla solidarietà; a quella con la “s” maiuscola. Oggi ad aver bisogno di noi sono i fratelli venezolani, i nostri connazionali che hanno perso tutto. Sono loro, oggi, a necessitare non solo di una parola amica e di un gesto di affetto ma, soprattutto, di un aiuto concreto. Le donazioni, – medicine, acqua, alimenti a lunga conservazione, indumenti – possono essere già consegnati alla Casa d’Italia di Maracay, al Centro Social Italo-Venezolano di Valencia, al Centro Italo Venezolano Afivel di Barquisimeto, al Centro Italiano Venezolani di Caracas i cui poli di raccolta sono gestiti nella stragrande maggioranza dai responsabili della Federazione di Giovani Italo-Venezolani. A questa iniziativa, siamo certi, aderiranno tutti i nostri sodalizi presenti in ogni angolo Paese.

Come nel 2009, anche in questa occasione è importante mettere nel cassetto rivalità, rancori, contrasti ed antagonismi. E’, questo, il momento di esprimere i nostri migliori sentimenti; di costruire una grande cordata di solidarietà. Lo abbiamo fatto ieri. Sapremo farlo anche oggi.

Mauro Bafile