Ok definitivo del Senato ma l’opposizione attacca

ROMA – Via libera definitivo del Senato alla manovra (DDl Bilancio e Legge di Stabilità) che passa (161, 127 i no e 5 astenuti) dopo un esame ‘blindato’ da maggioranza e Governo. Viene così rispettato l’accordo tra il Quirinale e i presidenti delle Camere di arrivare all’approvazione prima delle mozioni sul governo. Tanto che il presidente del Senato, Renato Schifani, al termine ringrazia i senatori in aula:
– L’impegno è stato mantenuto. E vi ringrazio per non avermi fatto fare brutta figura con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.


Ora è attesa la firma del Capo dello Stato e la pubblicazione. Attacca l’opposizione, sia per la blindatura, ma anche sull’ipotesi che gli interventi messi in campo per la stabilità delle finanze pubbliche siano di fatto insufficienti. E questo costringerebbe l’esecutivo ad una manovra di aggiustamento sul deficit 2011 che il Nens, dell’ex ministro delle finanze, Vincenzo Visco, valuta in circa 7 miliardi. Manovra che dovrebbe essere fatta già ad inizio del prossimo anno.


Su un fronte di tempo più lungo ci sarebbe poi l’eventualità, ancor più drammatica, di una decisione della Commissione europea che impegni i paesi con i debiti più alti, e tra questi l’Italia, ad adottare piani progressivi di rientro.
– La verità – dice il presidente dei senatori Pd, Anna Finocchiaro – è che ci sarà bisogno di sacrifici per ridurre il debito pubblico. Credo che avremo bisogno di una manovra aggiuntiva. Avremo la necessità di rientrare di 45 miliardi per onorare gli impegni in sede Ue.


Ma – dice da Bruxelles il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti – di questo si parlerà tra 5 anni. Inoltre il titolare di via XX Settembre rinvia a venerdì prossimo un approfondimento sui temi della finanza pubblica italiana quando ci sarà in commissione Bilancio alla Camera un’audizione con il commissario Ue agli affari economici e monetari, Olli Rehn:
Una risposta che alimenta comunque una serie di interpretazioni sull’ipotesi che il Tesoro stia pensando ad un intervento ma che ambienti del Tesoro stesso indicano come improbabile. C’è già la Legge di Stabilita’ – si spiega – e si va avanti forti anche dei giudizi positivi di Ocse, Fmi e agenzie di rating. Per quanto riguarda la Finanziaria 2011 si ripropone intanto in aula a Palazzo Madama lo stesso copione già visto in Commissione Bilancio: nessuna modifica ma ok ad una serie di ordini del giorno (cioè ipotetici impegni per il Governo) a metter mano ad alcuni argomenti. Almeno quelli condivisi da tutti. Il sottosegretario all’Economia, Luigi Casero, chiede infatti in aula ai gruppi di ritirare tutti gli emendamenti e apre all’approvazione degli odg. Rispunta così e viene approvato (come in Commissione) l’ordine del giorno del Pd che impegna il governo a ‘’destinare, per l’anno 2011, nel primo decreto legge emanando, una ulteriore quota pari a 300 milioni di euro alla proroga della liquidazione della quota del cinque per mille dell’Irpef’’ riportando così la dotazione finanziaria della misura a 400 milioni. Insomma non leggi ma impegni legati oltretutto all’evolversi della crisi politica in atto. Molti sperano, ad esempio, che il milleproroghe di fine anno possa concretizzare questi impegni. Ma per sapere se sarà così occorrerà attendere il voto delle mozioni sulla fiducia al governo.