Incendio nel carcere 81 arsi vivi

SANTIAGO – Ottantuno morti e 14 persone ricoverate con ustioni gravi: è il bilancio confermato dal ministro della sanità cileno Jaime Manalich, che si trova nel carcere San Miguel di Santiago dove ieri mattina è scoppiato un incendio di grandi proporzioni.

– E’ un’enorme disgrazia, forse la più importante in un carcere nella storia del nostro paese – ha detto Manalich alla stampa. Le fiamme sono state messe sotto controllo, mentre sul posto si trovano numerosi ‘carabineros’ e altri uomini della sicurezza. Alcuni dei parenti presenti nel posto, che stanno cercando di apprendere l’identità dei morti, hanno denunciato che gli uomini della ‘gendarmeria’ hanno ritardato l’ingresso dei pompieri nella prigione per poter avere pieno controllo della situazione, in attesa dell’arrivo di una brigata anti-sommosse.

– Non ci hanno detto niente, vogliamo sapere cosa è successo, come sta mio figlio – ha detto per esempio tra le lacrime Maria Jimenez, madre di uno dei reclusi.
– Non voglio rispondere a domande sull’azione della ‘gendarmeria’, il ministro della giustizia si sta recando nel carcere – ha precisato Manalich. Secondo Luis Masferrer, direttore della ‘gendarmeria’, ‘’l’incendio è scoppiato dopo una rissa tra i detenuti’’.

L’incendio è divampato alle 6 del mattino nel terzo piano di uno degli edifici del complesso carcerario. Alcuni detenuti feriti sono stati portati in un ospedale di Santiago. Circa 200 prigionieri sono d’altra parte stati trasferiti nel campo sportivo del carcere controllati dalle guardie per evitare fughe, affermano i media locali.
– Ancora non abbiamo l’identita’ dei morti – ha riferito Jaime Concha, uno degli ufficiali dei Carabineros che si trovano nel carcere, che ospitava circa 1.900 detenuti, numero superiore – precisano i media locali – alla capacità prevista per la struttura carceraria.