Mazambe da leggenda, prima volta di un africana in finale

ABU DHABI – Non era mai accaduto: i colori dell’Africa non avevano acceso nessuna delle finali di quella che un tempo si chiamava Coppa Intercontinentale e ora Mondiale per Club. Un’impresa che ha dell’incredibile: il Mazembe Englebert piegano – alla fine con merito – gli altezzosi brasiliani dell’Internacional di Porto Alegre per due a zero – conquistano la finale ed entrano nella storia del Torneo. Di fronte, potrebbero trovare l’Inter di Benitez che domani affronta i sudcoreani del Seongnam. Se le cose vanno come devono, la finale potrebbe essere dunque la sfida fra Congo e Italia.

Benitez stasera era allo stadio dove ha assistito ad un evento senza precedenti davanti al pubblico del Mohammed Bin Zayed Stadium: i brasiliani avrebbero potuto chiudere il risultato ma non ce l’hanno fatta a fermare il calcio essenziale e concreto dei congolesi che – poco prima dell’avvio della gara e dell’inizio della ripresa – si sono raccolti e hanno pregato davanti alle telecamere di tutto il mondo. A giudicare dal risultato all’inglese, qualcuno ha prestato loro ascolto ed è successo l’impensabile.

Eppure, i ragazzi del Congo che hanno risvegliato l’orgoglio dell’Africa, hanno una storia prestigiosa alle spalle, un presente improvvisamente importante e un futuro tutto da scrivere. Il Mazembe si era già imposto all’attenzione collettiva sconfiggendo i coriacei messicani del Pachuca. Poi serata di grazia con un portiere in splendida forma, muro solido per gli uomini di Porto Alegre.

I brasiliani di Celso Roth – con il suo capitano Bolivar – vanno a casa. Brutto colpo per loro che erano completamenti assorbiti dalla sfida mondiale tanto da accantonare momentaneamente il campionato.
Il primo tempo si chiude zero a zero, qualche brivido per il Mazembe ma nulla di più. All’ottavo del secondo tempo arriva il vantaggio del Mazembe.

L’eroe di Mamma Africa si chiama Kabangu: il suo è proprio un bel gol frutto di una semplice ma ficcante manovra. L’attaccante si fa trovare pronto in area, riesce a controllare e a calciare con il medesimo piede, il destro, infilando Renan, peraltro incolpevole.
A mettere il risultato in cassaforte ci pensa Kaluyituka a cinque minuti dalla fine: il giocatore – in contropiede – si fa ammirare per una serie di doppi passi e batte ancora Renan con un micidiale rasoterra. Finisce la partita e il sogno diventa una realtà. Ringraziamenti al cielo e commozione, la gloria a portata di mano. La miscela è semplice ma esplosiva, niente di complicato linearità conquistata con pazienza e volontà, caratteristiche del coach Lamine N’Dyane che ha portato uno spirito guerriero nella squadra. Ogni giocatore si sente protagonista e gioca per il collettivo, mai per se stesso. Fame di vittorie insaziabile. Inter avvisata.