I funerali dell’alpino ucciso Herat, ordigno contro italiani: illesi

ROMA – Gremita ieri mattina la basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma per il funerale solenne del caporal maggiore Matteo Miotto, ucciso in Afghanistan lo scorso 31 dicembre. Il feretro, portato a spalla dagli alpini, è stato accolto in piazza della Repubblica dagli applausi della folla. Davanti alla basilica era schierato il picchetto d’onore in rappresentanza di tutte le forze armate. All’ingresso nella chiesa la banda dell’Esercito ha intonato il ‘Signore delle cime’, canto tradizionale degli Alpini.

Ai funerali ha partecipato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Oltre al premier erano presenti alla cerimonia, fra gli altri, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e il ministro della Difesa Ignazio La Russa. “Voglio sottolineare la grande dignità della famiglia di Matteo Miotto e l’affetto che oggi gli ha dimostrato tutta la città di Roma”, ha detto il ministro al termine dei funerali.

Tanti anche i cittadini che sono giunti, molti da fuori Roma, per dare l’ultimo saluto al caporal maggiore caduto a soli 24 anni mentre prestava servizio di guardia nella base avanzata ‘Snow’, nella Valle del Gulistan. In prima fila alcune donne e uomini che hanno applaudito commossi il passaggio della bara: “Per noi è come un nostro figlio, un italiano figlio di tutti” ha detto una coppia di anziani.

All’arrivo a Thiene ad accoglierla un picchetto d’onore. Alle 18 sarà aperta la camera ardente, allestita presso il municipio del paese di origine del giovane alpino. La salma potrà essere vegliata fino alle 10 di domani mattina, in attesa dell’ultimo saluto che si terrà nel Duomo. Le spoglie di Matteo verranno tumulate, come da sua richiesta, nel cimitero della cittadina berica ove riposano i caduti di guerra.

Intanto, oggi si registra una nuova aggressione contro il contingente italiano in Afghanistan. Un ordigno è esploso nelle vicinanze di Herat al passaggio di una pattuglia italiana. Non si registrano feriti tra i militari. L’ordigno è esploso alle 18.45 locali (le 15.15 in Italia) al passaggio di una pattuglia del Provincial Reconstruction Team composta da tre blindati ‘Lince’. Illesi i militari del 3° reggimento artiglieria da montagna, al rientro da un’attività fuori dalla città di Herat. Il convoglio, grazie al dispositivo jammer in dotazione (un sistema di sicurezza che inibisce le trasmissioni radio), è stato investito dall’esplosione solo dopo il passaggio dell’ultimo veicolo. Lievissimi i danni riportati dai mezzi coinvolti, che sono autonomamente rientrati alla base.