Premier: «Ho i numeri» Lega: «Vedere le carte»

ROMA – Silvio Berlusconi accetta la sfida della Lega, che ha indicato in gennaio la ‘dead line’ per la sopravvivenza di governo e maggioranza.

– Entro gennaio ci saranno le condizioni per andare avanti. L’Italia non ha bisogno di elezioni anticipate – raccoglie l’ultimatum il Cavaliere. E Umberto Bossi, almeno a parole, si riallinea. Il leader della Lega continua a ripetere il mantra ‘’federalismo o voto’’, ma a chi gli chiede se alle urne si andrà in marzo risponde:
– Con questo sole direi di no. In certi giorni c’è il sole, in altri meno. Io comunque sono ottimista di natura: so che il federalismo lo porto a casa e quindi tutto il resto lo metteremo a posto.

Nel borsino della politica, dunque, la voce elezioni anticipate parrebbe oggi in ribasso. E sembra trovare un primo seguito l’appello del Capo dello Stato, che da Napoli chiede alle forze politiche ‘’uno scatto’’, per le ‘’prove molto impegnative’’ che attendono il Paese. Eppure torneranno al pettine i nodi della tenuta di governo e maggioranza nella tradizionale ‘cena degli ossi’ all’hotel Ferrovia di Calalzo di Cadore con la Lega, che neppure quest’anno il ministro dell’Economia Giulio Tremonti si perderà.

Il premier, invitato come ogni anno, non andrà. Cena semplice, a base di salame di camoscio, maiale, lesso, musetto, lenticchie e fagioli per Bossi, Calderoli e Tremonti, che di fronte ad una tavolata spartana torneranno a far di conto con il pallottoliere e a ragionare sulla necessità di un margine di almeno 40 deputati in più per riportare alla maggioranza nelle commissioni parlamentari Pdl e Lega.
Con gli attuali assetti sono infatti a rischio non tanto e non solo le grandi riforme ed un governo agile, ma persino l’ordinaria amministrazione.

Il Cavaliere, ieri sera convitato di pietra, smentisce intanto sdegnosamente le voci di dissidi tra lui, Bossi e Giulio Tremonti, con il ministro dell’Economia da più parti messo all’indice come colui che vorrebbe prendere il posto di Berlusconi.

– Solo chiacchiere al vento. Non c’è nulla di vero, cose totalmente inventate – respinge il premier.
Eppure, anche sui giornali più vicini alla maggioranza, si fa trapelare l’esistenza di tensioni, fino all’eloquente fondo di Mario Giordano sul ‘Giornale’ (‘’Caro Tremonti, ottimo lavoro ma adesso non fare il Fini’’) e all’editoriale di Libero di Maurizio Belpietro (‘’Fatti due conti, teniamoci stretti l’odiato Giulio’’). E sempre il ‘Giornale’ riporta voci che vorrebbero Tremonti favorevole alle urne, dalle quali potrebbe uscire una situazione di stallo.

‘’Si dice che sia proprio questo che in realtà tu speri – scrive Giordano nella sua lettera aperta al ministro dell’Economia – per poterti così candidare come premier, magari di un governo allargato, di garanzia, del presidente, o qualsiasi nome abbia. Purchè di cognome faccia Tremonti’’.

Di questo ed altro si tornerà a parlare in Cadore, anche se Bossi garantisce per l’amico Giulio:
– Tremonti non farebbe mai uno scherzo e uno sgarbo a Berlusconi. Se non ci sono i numeri preferisco le elezioni ma se ci sono facciamo prima il federalismo e poi ci pensiamo. Troveremo la via. Io scommetto che i numeri per approvare i decreti attuativi ci saranno, perchè sanno che se non passa lì si va al voto…
Anche il premier si dice più che convinto di poter andare avanti e annuncia ‘’tre interventi bandiera, sulla cultura e ricerca, sui giovani e sulla sicurezza dei cittadini’’ per imprimere nuovo slancio all’azione di governo.