Afghanistan, La Russa: Miotto è morto durante un attacco di terroristi

HERAT – Matteo Miotto è morto durante “un vero e proprio scontro a fuoco. Non si è trattato di un cecchino isolato, ma di un gruppo di terroristi, che avevano attaccato l’avamposto”.

Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, parlando con i giornalisti, offre una nuova versione sulla morte del caporal maggiore, avvenuta il 31 dicembre in Afghanistan.
“All’attaccoha risposto chi era di guardia, con armi leggere ed altri interventi. A questi si è aggiunto anche Miotto” spiega La Russa.

“Aspetto di avere maggiori dettagli sulla ricostruzione e ho chiesto a questo proposito un rapporto dettagliato” conclude il ministro.
Italiani sotto attacco, costretti a difendersi, da Bala Murghab alla Valle del Gulistan. Sotto attacco, ogni giorno, anche piu’ volte al giorno. E questa e’ l’amara constatazione del ministro della Difesa, Ignazio La Russa, in visita al contingente italiano ad Herat.

“Mi sono stupito – ha detto La Russa – pensavo che l’escalation di violenza e il numero degli attacchi si affievolisse con l’inverno, invece non e’ stato così”. La minaccia non e’ diminuita soprattutto nella zona di Bala Murghab e quella del Gulistan che rientrano nella regione di nostra competenza. E’ quotidiana e pluriquotidiana la minaccia. Mi dicono che questo e’ un sintomo della bonta’ della forza della nostra presenza. Pero’ e’ un dato obiettivo: ogni giorno, e piu’ volte al giorno, sparano contro i nostri soldati”.
“Certo – aggiunge il ministro della Difesa – il pericolo e’ diversificato: ad Herat il rischio e’ come quello che probabilmente c’era dieci anni fa in alcune citta’ europee, quello di un attentato terroristico. Nei villaggi ogni giorno gli italiani si devono difendere dagli attacchi. Gli scontri a fuoco sono a volte piu’ di uno al giorno”.
La Russa spiega che nelle basi avanzate i militari italiani sono impegnati 14 giorni e poi fanno rientro al comando di Herat e per questo sta pensando di ridurre il periodo di impiego.

“La fase di transizione – aggiunge – sta andando avanti ma nessuno si illuda che sara’ una fase agevole, senza rischio e senza pericoli. Temo che questi pericoli ci saranno ancora per un po’ allo stesso livello. La speranza e’ che, come e’ sempre capitato finora con l’inverno, il numero degli attacchi diminuisca”. Uno dei sistemi per la maggior protezione dei militari che il ministro della Difesa ha annunciato riguarda i collegamenti satellitari fra gli elicotteri e i reparti impegnati a terra. Attualmente ci sono alcune difficolta’ perche’ gli apparati in dotazione risentono delle zone d’ombra e quindi le comunicazioni avvengono con una certa difficolta’.

“La tempistica – spiega La Russa – sia nell’addestramento che sul rientro e’ rispettata anche se va sempre considerata alla luce dello sviluppo della situazione sul territorio. Comunque il parametro a cui uniformarsi deve essere la capacita’ degli afgani di fare fronte alla minaccia non all’assenza della minaccia, perche’ altrimenti resteremo qua tutta la vita”.