Etica e sostenibilità, fattori competitivi per l’impresa italiana

ROMA – Globalizzazione e sostenibilità possono andare assieme: è questa la scommessa sottoscritta da migliaia di imprese e organizzazioni che aderiscono a Global Compact, lo strumento delle Nazioni Unite per promuovere la crescita sostenibile d’impresa. Global Compact può essere definito come un codice volontario che copre alcune aree critiche con cui si confronta oggi l’economia di mercato sotto il profilo etico: rispetto dei diritti umani, tutela dell’ambiente, diritti dei lavoratori, lotta alla corruzione.


Dell’argomento si occupa un dossier della newsletter “Diplomazia Economica Italiana” (http://www.esteri.it/mae/Newsletter_Diplomazia_Economica/Dossier_global-compact_dicembre2010.pdf ).
A Global Compact non aderiscono solo aziende università, business schools e ONG, ma anche le istituzioni e gli enti pubblici dei diversi Paesi. Il “club” italiano – spiega la Farnesina – conta attualmente 191 aderenti. Sono imprese di grandi, medie e piccole dimensioni, istituti di credito, ma anche studi legali e aziende che operano nel settore dei trasporti, nel campo delle costruzioni, dell’energia e diverse istituzioni, come la Regione Toscana.


Una recente indagine sponsorizzata dalla Commissione Europea ed effettuata dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa su 500 imprese della filiera moda in Italia, Spagna, Francia dimostra come le aziende che perseguono un percorso di responsabilità sociale siano anche quelle più capaci di innovare e di competere su nuovi mercati.


Considerazioni analoghe valgono a livello di sistema. Spiega il sottosegretario Enzo Scotti: “Nel medio e lungo termine la consistenza etica di un Paese è destinata a imporsi anche come un importante fattore competitivo. Entrerà infatti a far parte dell’immagine complessiva dei prodotti e dei servizi di un Paese, della loro affidabilità e del senso di responsabilità nei confronti del consumatore. L’Italia ha tutto l’interesse a muoversi su questa strada per evitare che le nostre filiere di maggiore successo soccombano alla trappola di una competizione basata solo sui prezzi”.


In questo contesto l’impegno del MAE è di promuovere – sottolinea la Farnesina – la più estesa adesione ai principi internazionali tenendo conto delle caratteristiche del nostro sistema produttivo, caratterizzato prevalentemente da piccole e medie imprese.