Il comune di Castrovillari ricorda la storia di Ajeta

COSENZA – La storia di Angela Maria Ajeta, nata nel 1920 a Fuscaldo, un paesino della Calabria, ed emigrata in Argentina, vittima della dittatura dei generali, diventando una “desaparecida”, sarà al centro di un evento che si terrà venerdì prossimo alle 17.30 al teatro della Sirena di Castrovillari, in provincia di Cosenza.
Sarà presentato, infatti, il documentario “Necessitas algo, nena?”, che racconta la drammatica vicenda di questa donna, alla quale il comune di Fuscaldo ha intitolato la scuola elementare del paese.
Alla proiezione del documentario seguirà una tavola rotonda.


Il documentario è stato realizzato con il patrocinio della Regione Calabria e della Provincia di Cosenza, che alcuni anni fa si sono costituiti parte civile a tutela dei cittadini italiani vittime della dittatura argentina nel processo a Roma contro il generale Massera.


Massera è uno dei membri del regime militare che guidò il Paese fino all’83: egli, che diresse la famigerata scuola della Marina nella quale vennero torturate e fatte scomparire migliaia di persone, è accusato di concorso, aggravato dalla crudeltà, nella morte di tre cittadini di origine italiana tra cui appunto Angela Maria.
Alla presentazione del documentario interverranno Vittorio Cappelli, storico dell’emigrazione, docente di Storia contemporanea all’Unical; Pantaleone Sergi, giornalista e storico, docente di Storia del giornalismo all’Unical; e Francesca Chiappetta, producer del documentario. Coordinerà i lavori Angelo Serio, dell’Associazione culturale di volontariato “Gianfrancesco Serio”.
L’evento è stato organizzato dal Teatro della Sirena e dall’Associazione Chimera.


La storia di Angela Maria è una di quelle storie drammatiche che hanno caratterizzato gli anni della dittatura militare in Argentina: emigrata in Argentina con la famiglia, fu sequestrata il 5 agosto del 1976 da una squadra di militari, mentre si trovava in casa con il marito Umberto Gullo, suo compaesano. Le ragioni del rapimento sono da addurre alla lotta che la donna metteva in atto all’epoca per la liberazione del figlio Dante Gullo, uno dei leader della gioventù peronista.


Angela Maria fu portata all’Esma, la scuola militare argentina trasformata in un grande centro di detenzione clandestina. Dopo mesi di detenzione e torture, fu uccisa in uno dei voli della morte nei quali, ogni mercoledì, i prigionieri venivano addormentati e poi gettati i mare dagli aerei.