Fisco, centinaia di indagati, 120 procure al lavoro

ROMA – Centinaia di indagati in tutta Italia, 120 procure al lavoro, migliaia di posizioni ancora da valutare, vip ma anche sconosciuti imprenditori e avvocati, professionisti e casalinghe che rischiano di finire condannati per evasione fiscale: arrivano i primi riscontri sulla lista Falciani, l’elenco dei correntisti della filiale di Ginevra della Hsbc sottratto dall’ex dipendente della holding Hervè Falciani e poi consegnata alle autorità francesi. Dei 127mila conti correnti riconducibili a ottantamila persone, quelli degli italiani sono circa settemila per un totale di 5.595 persone fisiche e 133 persone giuridiche che hanno depositato in Svizzera tra il 2005 e il 2007 un tesoretto di 6,9 miliardi di dollari. Soldi che potrebbero essere stati sottratti del tutto o in parte al fisco. Tra questi vi sono i nomi di personaggi meno famosi ma assai benestanti, commercialisti, medici e avvocati come quei professionisti milanesi che avrebbero portato all’estero anche 20 milioni di euro ciascuno, e di vip: dagli stilisti Valentino, Renato Balestra, Sandro Ferrone e Giuseppe Lancetti al gioielliere Gianni Bulgari, dalla soubrette Elisabetta Gregoraci al presidente della Confcommercio di Roma Cesare Pambianchi fino alla società Telespazio, colosso specializzato in armamenti. O come le sciatrici Denise Karbon e Isolde Kostner, i cui nomi sono apparsi in seguito agli accertamenti eseguiti su un commercialista di Bolzano, presente nella lista.


Nell’elenco di Falciani non ci sarebbero invece nomi di politici di rilievo nazionale.
– Trovo del tutto fuori luogo sentir parlare di un conto segreto presso l’istituto bancario svizzero Hsbc – commenta Pambianchi -. Si trattava semplicemente di un conto ordinario intestato non a me come persona fisica ma alla società di cui ero il rappresentante legale’’.
Un conto che, aggiunge, ‘’era finalizzato solamente alla gestione di un importante investimento che il nostro gruppo imprenditoriale aveva programmato ed effettuato in territorio elvetico’’. Per questo il presidente di Confcommercio si augura che ‘’le indagini facciano il loro corso e che la procura di Roma effettui i necessari accertamenti per definire quanto prima la vicenda’’.
– Seccato per la violazione della privacy, ma assolutamente tranquillo – si è detto invece lo stilista Balestra. Gli accertamenti sulle singole responsabilità sono in ogni caso tutt’altro che conclusi: sarebbero infatti non più del 10% le posizioni finora analizzate, su settemila. Un lavoro che è dunque ancora alla fase iniziale e che dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno. Il primo obiettivo degli uomini della Guardia di Finanza e degli inquirenti è individuare quanti hanno usufruito dello scudo fiscale, perchè in questo caso cadrebbe ogni ipotesi di reato. E dai primi riscontri – effettuati su un campione di un centinaio di persone scelte o perchè non avevano presentato la dichiarazione dei redditi o perchè questa era incongrua rispetto alla movimentazione bancaria – sarebbe emerso che in molti avrebbero usufruito proprio del provvedimento varato dal governo nel 2009.
Per condurre gli accertamenti le procure hanno scelto comunque strade diverse. Quella di Roma avrebbe iscritto nel registro degli indagati tutti i nomi presenti nella lista, oltre settecento. Persone e società che hanno la residenza fiscale nella capitale, ipotizzando il reato di omessa o incompleta dichiarazione fiscale. E la stessa cosa avrebbe fatto Napoli, dove gli indagati sono un centinaio, e Torino, dove invece i nomi finiti nel registro del procuratore Caselli sono 250. A Milano invece i magistrati hanno aperto un fascicolo senza titolo di reato e senza indagati, dovendo accertare la posizione di oltre 2.100 tra persone e società e, anche, di una sorta di ‘fiduciaria’ che, secondo la lista, gestisce i conti di più soggetti ancora da identificare per una cifra consistente. Stessa strategia per le procure venete, che hanno circa 300 posizioni da verificare, la procura di Bologna (che ha iscritto una decina di persone su 81), quella di Genova, che ha 125 verifiche da seguire e quella di Monza (260 posizioni). E proprio la Lombardia risulta essere la regione dove risiede la maggioranza dei correntisti svelati dalla lista Falciani: il 63% delle persone fisiche individuate in Italia. Seguono il Lazio (11%), il Piemonte (7%), l’Emilia Romagna (4,5%) e il Veneto (4%).