Marchionne: «Una svolta storica» Elkann: «Ora basta di polemiche»

TORINO – Non è stato un plebiscito, ma a Sergio Marchionne bastava il 51%, aveva detto che sarebbe stato sufficiente per realizzare l’investimento a Mirafiori. Ha avuto poco di più, il 54%, ma è soddisfatto e ringrazia i lavoratori che hanno avuto ‘’il coraggio di compiere un passo avanti contro l’immobilismo’’. Parla di ‘’svolta storica’’ e auspica che chi ha votato no, ‘’messe da parte le ideologie e i preconcetti, prenda coscienza dell’importanza dell’accordo per salvaguardare le prospettive di tutti i lavoratori’’.


– Ora bisogna archiviare le polemiche e le contrapposizioni, affrontando le sfide che abbiamo davanti in modo costruttivo – dice il presidente della Fiat, John Elkann che ribadisce ‘’il pieno e convinto sostegno’’ della famiglia al piano.


– Sono grato – afferma – a chi ha avuto fiducia nel futuro e nella Fiat: la loro scelta apre nuove prospettive per tutte le donne e gli uomini che lavorano in fabbrica a Mirafiori. Ha prevalso la volontà di essere ancora in gioco: dimostreremo che in Italia è ancora possibile costruire grandi automobili capaci di farsi apprezzare nel mondo.


Anche Marchionne lo sottolinea: i lavoratori di Mirafiori ‘’hanno dimostrato di avere fiducia in se stessi e nel loro futuro’’. Era quello che aveva chiesto nel messaggio della vigilia del voto da Detroit.
– Siamo lieti – afferma il manager italo-canadese – che la maggioranza dei lavoratori di Mirafiori abbia compreso l’impegno della Fiat per trasformare l’impianto in una fabbrica di livello internazionale. Non hanno scelto soltanto di dire sì ad una nuova possibilità per Mirafiori, quella di lavorare e competere tra i migliori. Hanno scelto di prendere in mano il loro destino, di assumersi la responsabilità di compiere una svolta storica e di diventare gli artefici di qualcosa di nuovo e di importante. Dicendo sì all’accordo, hanno chiuso la porta agli estremismi, che non portano a nulla se non al caos, e l’hanno aperta al futuro, al privilegio di trasformare Mirafiori in una fabbrica eccellente.


Marchionne è polemico con il Paese, ‘’sempre legato al passato e restia al cambiamento’’, ma proprio in questo contesto la scelta dei lavoratori è ‘’lungimirante perchè rappresenta la voglia di fare che si oppone alla rassegnazione del declino’’.

Referendum, vince il sì con il 54%

TORINO – La lunga notte del referendum si chiude all’alba di sabato con la vittoria del sì: dopo uno scrutinio durato circa 9 ore, con un vero e proprio testa a testa, l’accordo su Mirafiori, firmato dalla Fiat con Fim, Uilm, Fismic e Ugl, passa con il 54% di voti favorevoli. Decisivo il voto degli impiegati.


La Fiom però non demorde, «gli operai – dice – non ci hanno lasciati soli»: per il segretario generale, Maurizio Landini, sarebbe «un atto di saggezza riaprire una trattativa», mentre Susanna Camusso, leader della Cgil, sostiene che il voto di Mirafiori ha bocciato «la possibilità di governare la fabbrica senza il consenso dei lavoratori». Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, chiede di rispettare l’esito del referendum, ma anche il disagio degli operai.Al voto, iniziato con il turno delle 22 di giovedì, partecipano in tanti: in tutto 5.154 lavoratori, il 94,8% degli aventi diritto.


Un’affluenza record, superiore a quella di Pomigliano. Il sì ottiene 2.735 voti, pari al 54,05%. A votare no sono invece in 2.325 (45,95%), 59 le schede nulle e bianche.Nei primi seggi scrutinati, quattro del reparto montaggio e uno della lastratura, dove la Fiom è tradizionalmente forte, prevale il no. Poi il ribaltone, grazie soprattutto al voto dei colletti bianchi: al seggio 5, quello degli impiegati, votano a favore dell’accordo 421 dei 441 presenti. Ma anche nel conteggio complessivo dei soli operai, il sì prevale anche se soltanto per 9 voti.

Bersani: «Nuove regole»

ROMA – Pier Luigi Bersani chiede che entro un anno per la Fiat si trovino nuove regole di rappresentanza. Lo ha detto rispondendo ai giornalisti a Bettola.


– C’é stata una scelta precisa che va rispettata e c’é stato un dissenso – ha ricordato -. Tuttavia siamo in presenza di temi che non si possono affrontare con l’accetta. La Fiat rispetti i suoi impegni ed investa. Si trovi il modo entro un anno, cioé all’avvio del nuovo meccanismo, di avere nuove regole per la partecipazione e per la rappresentanza. E’ questo l’impegno che dobbiamo darci come grandi forze sociali e politiche.

Abbiamo davanti dodici mesi in cui fissare delle nuove regole che ricompongano una frattura che dev’essere saldata.

h2>Marcegaglia. «Ha vinto la linea di Confindustria»

MILANO – Dopo la vittoria dei ‘sì’ al referendum su Mirafiori, «l’azienda ha tutte le condizioni per dare seguito all’investimento su Mirafiori». Lo afferma il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, in un’intervista al Sole 24 Ore, nella quale definisce l’esito della vicenda Fiat come «la conferma di tre anni di linea di Confindustria».


– Se Cisl e Uil hanno firmato l’accordo il 23 dicembre è stato anche grazie al contributo – afferma – dato dal nostro atteggiamento: si decide con chi ci sta, a maggioranza, senza aspettare chi non vuole la modernizzazione.


Adesso, per la presidente di Confindustria è il momento di elaborare «regole su misura per settori e aziende».
– Non il Far West – prosegue Marcegaglia – ma alcuni principi condivisi dove ognuno può trovare la sua soluzione, sull’esempio dei contratti degli alimentaristi, del tessile e del chimico. Entro la primavera – annuncia – prepareremo una proposta su come star dentro la confederazione in modi diversi.
Quanto alle newco di Pomigliano e Mirafiori, Marcegaglia afferma di avere «un accordo con Sergio Marchionne e John Elkann per far sì che nel più breve tempo possibile le newco rientrino nella confederazione, nel momento in cui faremo una normativa per l’auto».

De Benedetti: «Salvata la Fiat dal baratro»

TORINO – «Credo che tutti debbano dire grazie a Marchionne che ha preso la Fiat in un momento di baratro e l’ha salvata»: lo ha detto ieri Carlo De Benedetti, prima di partecipare alla convention con la quale Piero Fassino apre la campagna elettorale per la sua candidatura a sindaco di Torino. Per De Benedetti, «la Fiat sarà sempre più americana» e quella che sta vivendo il gruppo torinese è «una svolta storica inevitabile».


– Non entro nel merito di cosa è accaduto – ha detto De Benedetti parlando con i giornalisti – ma faccio una riflessione non ideologica sulla Fiat. Credo che tutti debbano dire grazie a Marchionne che ha preso la Fiat in un momento di baratro e l’ha salvata. Una cosa – ha aggiunto – non scontata quando ha cominciato. Torino e non solo Torino – ha aggiunto De Benedetti – devono essere grati a Marchionne per il lavoro fatto. Gli va riconosciuto di aver capito che in un mondo globalizzato l’auto non aveva futuro se non avesse attivato una grande collaborazione internazionale. E’ stato infatti capace di cogliere l’opportunità Chrysler che è stato un vero passo decisivo.

Questi – ha sottolineato De Benedetti – sono i fatti e non si possono considerare le conseguenze se prima non si considerano i fatti. Fra le conseguenze vi è quella che la Fiat sarà sempre più americana. Ma – si è chiesto – quali erano le alternative? Forse vedere morire la Fiat e Torino. Questa è una svolta storica inevitabile e – ha concluso – auguro a Marchionne il successo per questa avventura.