L’Italia cresce: 60 milioni 600 mila. Calano nascite e decessi

ROMA – Duecentosessantunomila cittadini in più. Nel corso dell’ultimo anno la popolazione in Italia ha dunque continuato a crescere, superando i 60 milioni e 600mila residenti al 1° gennaio 2011, con un tasso d’incremento del 4,3 per mille. Lo rende noto l’Istat, rendendo disponibili le stime anticipate dei principali indicatori demografici relativi all’anno 2010. L’anno appena concluso farebbe così riscontrare un incremento di 261mila unità, determinando una popolazione totale di 60 milioni e 601mila residenti a fine 2010.


Rispetto all’anno precedente risultano in calo tanto le nascite quanto i decessi, le prime in misura maggiore dei secondi. Ne consegue una dinamica naturale di segno ancor più negativo (-0,5 per mille) rispetto all’anno precedente. La fecondità è in lieve calo (1,4 figli per donna) e sembra essersi conclusa, rileva l’Istat, soprattutto da parte delle donne italiane, la fase di recupero cui si era assistito per ampia parte dello scorso decennio.


La vita media compie ulteriori progressi: 79,1 anni per gli uomini, 84,3 anni per le donne con, rispettivamente, un guadagno di tre e due decimi di anno sul 2009. L’Istat sottolinea che, dopo la diffusione del ‘Bilancio demografico nazionale – Anno 2010’, previsto il 24 maggio, le stime degli indicatori demografici saranno aggiornate grazie alla disponibilità dei dati aggregati consolidati per l’intero 2010.
Per il quarto anno consecutivo la popolazione di cittadinanza italiana è in diminuzione. In complesso, rileva l’Istat, gli italiani residenti ammonterebbero a 56 milioni 38mila unità al 1° gennaio 2011, con una riduzione di circa 67mila unità (-1,2 per mille) sull’anno precedente. Per i cittadini italiani risultano ampiamente negative tutte le poste demografiche: il saldo naturale (-103 mila unità), il saldo migratorio netto con l’estero (-10mila), le poste migratorie interne e per altri motivi (-17mila). Parziale compensazione di tali diminuzioni deriva dalle acquisizioni della cittadinanza italiana (+64 mila).


Quasi tutte le regioni sono interessate al fenomeno della riduzione della popolazione di cittadinanza italiana e la questione colpisce particolarmente regioni demograficamente depresse o a più forte invecchiamento, come la Liguria (-6,9 per mille), la Basilicata (-4,8) e il Molise (-4,1). Le sole regioni per le quali la popolazione italiana aumenta sono il Trentino-Alto Adige (+3,2 per mille), la Lombardia (+0,3) e il Lazio (+1,1): qui gioca un ruolo positivo la capacità di richiamare un surplus di trasferimenti interni di residenza di cittadini italiani e anche, nel caso del solo Trentino-Alto Adige, la presenza di un saldo positivo tra nascite e decessi.