Vucinic e Taddei stendono la Juve

TORINO – La Juve lascia la Coppa Italia alla Roma e mette in bacheca il secondo fallimento stagionale dopo l’uscita dall’Europa League. La prova dei bianconeri è stata desolante e i giallorossi non hanno dovuto faticare più di tanto, per regolare con calma il conto nella ripresa. Tra il disappunto generale, è rimasta solo la curva sud a sostenere con encomiabile spirito la squadra di Del Neri, in una delle serate di profilo più basso della stagione. A questo punto appare sempre più un miraggio, a meno di cambi di marcia improvvisi, il quarto posto, il terzo obiettivo che salverebbe almeno sul piano economico una annata finora deprimente, soprattutto nell’ultimo mese, in cui la squadra ha raccolto due sconfitte, una vittoria striminzita in casa con l’ultima in classifica, un deludente pareggio a Genova e la sconfitta in Coppa Italia.


Di ben altro livello la Roma, che pure senza Totti e Pizarro, con Borriello e Juan in panchina, ha da subito comandato il gioco, in scioltezza e con grande capacità di palleggio punendo la debole difesa bianconera con due magie di Vucinic e Taddei.


La Juve, con il solito Amauri inguardabile, Iaquinta utilizzato solo mezz’ora nella ripresa, Aquilani, Krasic e Marchisio fuori per turn over, non poteva aspirare a molto di più: senza una fonte di gioco, terribilmente debole sugli esterni (oltretutto non è mancato l’infortunio di giornata, perché Pepe ha lasciato il campo a metà ripresa per un guaio muscolare), non si sono mai viste trame decenti, ma solo un compassato palleggio inutile perché nessuno si muove senza palla. Del Piero, solo a predicare nel deserto, ha reclamato un rigore netto nel finale, ma in campo c’é stata una squadra sola i giallorossi già nel primo tempo avrebbero potuto chiudere il discorso con un missile di Perrotta che Storari ha deviato, non trovando per sua fortuna nessun avversario a ribadire in rete.


Nemmeno nella seconda parte la Juve è stata capace di assalti o almeno di qualche fiammata, dando l’impressione di accusare ormai anche una certa dose di sfiducia nei propri mezzi. Il Krasic entrato nella ripresa poteva essere l’unico talismano, ma il serbo di ieri è lontano parente di quello d’autunno.


Futuro da brividi per Del Neri e squadra: domenica sera arriva una lanciatissima Udinese e non si vede come la difesa bianconera possa creare contromisure adeguate. E poi trasferte durissime come Cagliari e Palermo, e poi ancora l’Inter: il futuro bianconero è pieno di nuvole e le porte del mercato continuano a non aprirsi. Se sia coerenza o vocazione al suicidio lo diranno i posteri. Molto bene la Roma per come ha addomesticato l’avversaria senza spreco di energie, facendo correre la palla e colpendo al momento giusto. Lo svarione di Motta non è una novità: non è la prima volta che valuta la posizione sua e il movimento della palla in modo errato. E’ solo uno dei tanti simboli della sconfitta bianconera e di un mercato, quello estivo, che finora ha regalato più delusioni che soddisfazioni.