Cassazione, no agli arresti per Tanzi ma rinvio

ROMA – Calisto Tanzi, l’ex patron della Parmalat non andrà in carcere, almeno per ora. Lo ha deciso la Quinta Sezione Penale della Cassazione che ha annullato, con rinvio ad una nuova decisione, l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Milano con la quale nell’ottobre scorso, erano stati disposti gli arresti per l’ex manager, come chiesto dalla Procura, “per pericolo di fuga”, a seguito della condanna inflitta dalla Corte d’Appello di Milano,a 10 anni di carcere per aggiotaggio e altri reati nell’ambito dell’inchiesta Parmalat.

Dopo la sentenza di condanna di secondo grado, del 26 maggio 2010, con la quale era stato disposto anche un risarcimento ai risparmiatori truffati di circa 100milioni di euro, la Procura aveva chiesto alla Corte d’Appello di Milano la custodia in carcere di Tanzi ritenendolo capace di fuggire all’estero e rendersi latitante, date le “risorse finanziare ingenti”, e far perdere, così, le sue tracce prima di giungere alla sentenza definitiva che si terrà in Cassazione probabilmente entro giugno.

La Corte, però, in luglio aveva respinto la richiesta e così la Procura Generale si era rivolta al Tribunale del Riesame, che si è poi pronunciato per gli arresti. I legali dell’ex patron di Parmalat hanno quindi fatto ricorso alla Suprema Corte contro l’ordinanza. Ieri mattina nell’udienza svoltasi a porte chiuse, il Sostituto pg della Cassazione, Vito Monetti, aveva chiesto la conferma degli arresti disposti dal Riesame. Ma la Suprema Corte non sembra aver condiviso le tesi del Pg e ha annullato l’ordinanza chiedendo una nuova valutazione(le motivazioni si conosceranno con il deposito della sentenza entro trenta giorni).

– La Cassazione evidentemente ha ritenuto che ci fossero incongruità nelle motivazioni del Riesame -ha commentato l’avvocato di Calisto Tanzi, Giampiero Biancolella, appresa la notizia -. La Suprema Corte ha affermato da tempo che la valutazione del pericolo di fuga deve fondarsi su elementi concreti e probabilmente non ha ritenuto tali indizi di pericolo come il viaggio in Equador fatto da Tanzi nel 2003, visto che rientrò lo stesso in Italia in una situazione in cui rischiava l’arresto.

Tanzi, ha raccontato l’avvocato, ha atteso a casa la decisione, e nell’apprendere la notizia “credo si sia sciolto in un abbraccio con la moglie e che sia stata versata qualche lacrima, perchè in famiglia c’era molta preoccupazione viste le sue condizioni di salute”.

Ora l’ex patron della Parmalat, che ha 73 anni, attenderà la nuova decisione del Riesame. Intanto nel dicembre scorso, Il Tribunale di Parma ha condannato Calisto Tanzi a 18 anni di carcere per bancarotta fraudolenta sul secondo filone di inchiesta quello che riguarda il “crac Parmalat”.