Egitto, Mubarak promette di lasciare. Obama: “Una transizione subito”

IL CAIRO – Martedì il presidente egiziano Hosni Mubarak ha detto che lascerà il potere a settembre, provocando l’ira dei dimostranti che vogliono la fine immediata del suo potere trentennale e spingendo gli Stati Uniti a dire che il cambiamento “deve iniziare ora”.


Il leader di 82 anni ha promesso che non si ricandiderà alle elezioni presidenziali di settembre. “Lavorerò negli ultimi mesi per assicurare un pacifico passaggio dei poteri”, ha detto in un messaggio in televisione. E a coloro che gli chiedono di lasciare l’Egitto ha risposto: “Questo è il mio paese… e morirò sulla sua terra”.
Il discorso di 10 minuti è stato accolto con delusione dai dimostranti che l’altro ieri per le piazze del Cairo hanno superato il milione. “Non se ne va! Non se ne va!”, gridavano in molti.


Washington, presa in contropiede dall’ondata di proteste che si è rapidamente diffusa dalla Tunisia ai suoi più stretti alleati arabi, ha fatto pressione su Mubarak per accelerare una risposta, anche se non gli ha chiesto esplicitamente di lasciare il potere.


“Ho comunicato al presidente Mubarak la mia convinzione che la transizione ordinata debba essere di spessore, pacifica e debba iniziare subito”, ha detto il presidente Barack Obama dopo avergli parlato al telefono.


Anche ieri si sono contati morti e feriti durante gli scontri in piazza Tahrir al Cairo. Un gruppo di sostenitori di Mubarak sono penetrati nella piazza. Alcuni procedevano in groppa ai cavalli, uno di essi addirittura in sella a un dromedario. I manifestanti della fazione opposta hanno reagito picchiandoli e disarcionandoli. In piazza, sono stati uditi anche vari spari, i gruppi di manifestanti si sono fronteggiati anche con il lancio di pietre. L’opposizione ha denunciato che i dimostranti pro-Mubarak erano degli agenti infiltrati. L’esercito chiede che il popolo liberi le strade. Intanto, è stato riattivato l’utilizzo di internet e il coprifuoco è stato ridotto dalle 17 alle 8.


L’Italia guarda all’Egitto auspicando una ”transizione rapida, reale e pacifica”. Un ”passaggio” verso un nuovo regime ”che sia indolore per la popolazione e che possa portare presto ad una conferma democratica”, dice il premier Silvio Berlusconi. Ma le ultime notizie che arrivano da Il Cairo, con disordini di piazza, ”preoccupano”: quando ci sono scontri tra diverse fazioni di manifestanti ”si rompe” quel clima di ”pacifica richiesta di liberta’ che avevamo visto martedì”, avverte il capo della diplomazia italiana Franco Frattini, che ieri ha sentito al telefono il vicepresidente Omar Suleiman e ha avuto contatti con l’altra parte dell’oceano: uno scambio di opinioni – al telefono con il Sottosegretario di Stato Usa William Burns – con gli Stati Uniti.