Vendola: «Bindi premier». Bersani: «Vedermo»

ROMA – Il tempo del raccolto non sembra vicino ma certo è momento di grande manovre per il Pd: Bersani e D’Alema non demordono e continuano a tentare la Lega sul federalismo, Walter Veltroni lusinga il Terzo Polo convinto che l’alleanza, da Vendola a Fli, vincerebbe le elezioni. Il voto anticipato è ormai l’obiettivo dei democratici, l’assioma dal quale discende il corollario del candidato premier:
– Non mettiamo il carro davanti ai buoi, prima facciamo la grande alleanza poi decidiamo il candidato premier – è la road map di Pier Luigi Bersani nel giorno in cui Nichi Vendola candida, con una mossa tattica, Rosy Bindi.

Sono giorni di grande attivismo, non solo verbale, per il Pd a fronte di un’afasia del Terzo Polo, che stenta a decollare viste le divisioni tra i finiani. Altro che Aventino, come propone il direttore del Fatto Antonio Padellaro come gesto estremo contro l’arroccamento del premier Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi.
– E’ un’ipotesi non valutabile, ne abbiamo già avuto uno e abbiamo visto come è finita – taglia corto Dario Franceschini.

Per mandare a casa il Cavaliere si lavora su più piani: la mobilitazione dei cittadini con l’invio di 4 milioni di moduli alle famiglie per portare, l’8 marzo, 10 milioni di firme a Palazzo Chigi, unita ad un nuovo appello di Bersani alle classi dirigenti ‘’perchè abbiamo un po’ più di coraggio davanti ad una situazione drammatica’’. C’è poi un piano, meno visibile, fatto di contatti per convincere da un lato la Lega, nelle sue varie anime, a staccare la spina, dall’altro il Terzo Polo a fare un’alleanza ‘’oltre Berlusconi’’ perchè ‘’tutto il mondo – attacca Bersani – gli chiede un passo indietro ma lui, che è un irresponsabile, è l’unico a non essere preoccupato’’.
Le risposte, per ora non incoraggianti, dei vari interlocutori non scoraggiano, però, il vertice del Pd. Massimo D’Alema, che, a quanto si apprende gioca un ruolo attivo tessendo la tela con esponenti di maggioranza e del Terzo Polo, considera ‘’possibile’’ l’intesa con la Lega, definita un partito a differenza del Pdl che è ‘’una somma di cortigiani’’. E, come Bersani, batte sulla necessità di ‘’una larga alleanza’’ motivata non dai sondaggi ma ‘’dalle esigenze dell’Italia’’.

Spallata al governo e alleanze a parte, Nichi Vendola riapre uno dei nodi irrisolti del centrosinistra: la scelta del candidato premier in caso di elezioni. Il governatore pugliese lancia Rosy Bindi alla guida della Grosse Koalition, facendo un passo indietro rispetto alla sua discesa in campo che in realtà è un passo avanti nell’intenzione di accelerare il tempo delle primarie. Il presidente del Pd ringrazia ma spiega che non è il tempo della scelta del candidato premier.

– Non mettiamo il carro davanti ai buoi – frena il segretario del Pd per il quale prima va costruita la coalizione e poi si decide chi correrà per Palazzo Chigi. Ma Vendola raggiunge il risultato di riaprire il toto-nomi con Giovanna Melandri che dice ad alta voce uno dei nomi più gettonati nei pour parler: Mario Monti.