Afghanistan, muore un alpino, quattro i feriti

ROMA – Ancora un militare morto in Afghanistan. Il tenente Massimo Ranzani, alpino 36enne, è rimasto ucciso oggi nell’esplosione di un ordigno improvvisato alle 12.45, ora locale, a 25 chilometri a Nord di Shindand. E’ stato colpito, mentre viaggiava su un veicolo blindato Lince della Task Force Center del quinto Reggimento Alpini di Vipiteno. L’esplosione ha colpito il terzo mezzo di una pattuglia che rientrava da un’attività di Medcap, assistenza medica alla popolazione locale, in collaborazione con le forze afgane. A quanto si apprende da qualificate fonti militari, la salma del tenente degli alpini tornerà in Italia mercoledì. Il feretro del soldato, fanno sapere dal comune di Occhiobello in provincia di Rovigo, partirà domani attorno alle 21, ora locale, da Herat con volo militare per arrivare alle 9 di mercoledì a Ciampino. Le esequie del militare dovrebbero essere celebrate giovedì nella chiesa di Santa Maria degli Angeli a Roma.


Il militare ucciso, nato a Ferrara ma residente a Santa Maria Maddalena, frazione di Occhiobello in provincia di Rovigo, avrebbe compiuto 37 anni il 24 marzo.
– Era una splendida persona – ricorda Roberto Catozzo, presidente del consiglio comunale di Occhiobello -, ho condiviso con lui l’esperienza di scout. Oggi andrò ad abbracciare i suoi genitori.


Altri quattro militari italiani sono rimasti feriti.
– Non rischiano la vita – ha detto il generale Massimo Fogari, portavoce dello Stato Maggiore della Difesa -. Hanno riportato traumi e fratture agli arti inferiori. E per due di loro è in corso un intervento chirurgico.
Per far luce sulla morte dell’alpino la Procura di Roma ha aperto un fascicolo. Il reato ipotizzato è di attentato a fini di terrorismo e di eversione. Il fascicolo è stato aperto dal procuratore aggiunto Pietro Saviotti e affidato ai pubblici ministeri Giancarlo Amato e Franscesco Scavo.


Intanto, i talebani hanno rivendicato attraverso il loro sito web un attacco sferrato oggi in Afghanistan, nella provincia di Herat, la stessa in cui stamani è morto il tenente Ranzani. In una breve nota firmata dal portavoce dei Talebani, Qari Yusuf Ahmadi, gli insorti sostengono che «una mina, collocata dai mujahidin» nella zona «del distretto di Adar Sang ha distrutto un mezzo in pattugliamento di Isaf», la Forza internazionale di assistenza alla sicurezza in Afghanistan. L’esplosione, conclude il comunicato, è avvenuta «alle 14′ ora locale e ha ucciso o ferito tutti gli invasori che si trovavano sul mezzo». L’attacco costato la vita al tenente Ranzani, tuttavia, secondo quanto reso noto dallo Stato Maggiore della Difesa risale «alle 12.45» di questa mattina.


In Afghanistan l’utilizzo di ordigni improvvisati, gli Ied, rappresenta una delle modalità, utilizzate dai ribelli, che nel trenta percento dei casi, colpisce vittime civili. Contrastare e prevenire gli attentati condotti con gli ordigni esplosivi improvvisati, è diventata una priorità per le forze alleate in Afghanistan. Gli Ied sono ordigni realizzati in maniera artigianale tramite l’impiego di parti di ordigni convenzionali, recuperati in via fortuita o attraverso contrabbando. Un fustino di detersivo, una lattina, una bottiglia: qualsiasi oggetto può diventare un ordigno esplosivo improvvisato. Gli Ied sono impiegati prevalentemente in tattiche di guerriglia e da organizzazioni terroristiche.