La Lega porta a casa la Festa per la Lombardia

MILANO – Tutti guardavano all’Italia, la Lega guardava invece alla Lombardia. E sono state le ragioni della politica a trovare alla fine una mediazione, in Consiglio Regionale, che ha messo insieme la legge bipartisan per i 150 anni dell’Unità del Paese alla richiesta leghista di dare alla Regione, in tempi brevi, una propria festa e anche una propria bandiera in nome dell’identità territoriale e della rivendicazione di un federalismo compiuto.


Se il 17 marzo si farà onore all’Italia, insomma, in un altro giorno all’anno si celebrerà la sola Lombardia, e con buona pace delle polemiche sui rischi per l’economia: a Milano e dintorni, infatti, non si lavorerà, a quanto pare. Festa e bandiera regionali, per la verità, non rappresentano una novità dal punto di vista istituzionale, considerato che entrambe sono già previste nello Statuto di autonomia della Lombardia. Ma se non fosse passato in Consiglio l’ordine del giorno in cui se ne chiedeva l’adozione entro 90 giorni, la Lega Nord non avrebbe interrotto il suo ostruzionismo, rallentando di nuovo l’iter di una legge che ha sempre osteggiato e che alla fine, nonostante tutto, è stata approvata coi voti di tutta l’aula tranne che i suoi.
L’odg che interessava è passato, col ‘no’ di Sel, e i leghisti possono vantare il risultato politico: un patto con gli alleati del Pdl garantisce che entro 15 giorni verrà insediato un comitato di esperti, che entro 90 giorni deciderà su entrambe le richieste.

In tempo utile, insomma, per tentare di festeggiare già il prossimo 29 maggio, giorno della battaglia di Legnano, che i ‘lumbard’ vorrebbero fissare come ricorrenza annuale, magari sventolando il vessillo che un progetto di legge di cui è primo firmatario Renzo Bossi ha già ‘disegnato’ per la Regione: la croce di San Giorgio issata quel giorno del 1176 dai Comuni lombardi contro il Barbarossa. Un risultato che, in qualche modo, ha stemperato gli entusiasmi diffusi per la legge che stanzia 1,3 milioni per promuovere e sostenere le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità del Paese in Lombardia, e approvata ormai a ridosso del 17 marzo. Al centro sono stati posti ‘’l’ideale e l’importanza dell’unità nazionale’’, ha commentato il relatore Gianluca Rinaldin (Pdl). Alcuni suoi compagni di partito, come Romano La Russa e Carlo Saffioti, sono stati però più critici verso l’atteggiamento degli alleati, alcuni dei quali sfoggiavano in aula felpe con la scritta ‘Lombardia’.


– Prima di tutto siamo lombardi – ha scandito il capogruppo Stefano Galli, motivando il ‘no’ al provvedimento.
– Non lasceremo che simboli di partito diventino simboli di tutta la Regione – ha lanciato la sfida il capogruppo del Pd, Luca Gaffuri, in attesa del lavoro del comitato di esperti, le cui decisioni avranno effetti più duraturi della legge per i 150 anni dell’Italia unita.