Passa alla Camera il Federalismo comunale. Bossi esulta: «Un altro mattone!»

ROMA – Il governo tiene sul federalismo fiscale alla Camera e la Lega incassa il quarto dei decreti attuativi della riforma, il primo davvero ‘pesante’ che rivoluziona il sistema impositivo dei Comuni. Il senatur Umberto Bossi esulta:
– Abbiamo fatto un giro di mattoni in più, siamo quasi al tetto.

E in Aula i deputati del Carroccio sventolano le bandiere delle regioni del nord e con il Sole delle Alpi mentre anche il premier Silvio Berlusconi vota con il fazzoletto verde leghista nella pochette della giacca prestatogli da un deputato del Carroccio. La Lega, del resto, per arrivare a questo risultato è stato guardingo fino all’ultimo sul provvedimento visti i numeri della maggioranza alla Camera. Ha chiesto che fosse messa la fiducia, incassata dal governo con 314 sì e 291 no e ha trattato fino all’ultimo per blindare il testo.
Di fronte ai malumori dei parlamentari del sud il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, è sceso in campo ancora una volta. Ha incontrato una delegazione di Pid e ha garantito a Saverio Romano la sua disponibilità a prorogare di 4 mesi il termine del 21 maggio entro il quale vanno varati tutti i decreti attuativi. Tutto questo, però, dopo che sarà stato approvato anche l’altro decreto ‘cuore’ della riforma, quello sul fisco regionale e i costi standard della sanità al momento in esame in commissione bicamerale, per il quale a questo punto, però, potrebbe esserci più tempo.
– Quando le richieste sono fatte seriamente – spiega il ministro – noi rispondiamo seriamente. Sugli ultimi decreti se c’è bisogno di qualcosa in più ne discutiamo.

Ci sarà, in questo modo, più margine per l’esame di decreti come quello sui premi e le sanzioni per gli enti locali virtuosi o spendaccioni, sul quale, viste le pene severe previste, è possibile più di qualche malumore. O ancora, e soprattutto, per quello sulla perequazione infrastrutturale, una parte del Piano per il Sud, che contiene misure in favore del Mezzogiorno. Il federalismo municipale diventa anche argomento per Gianfranco Miccicheè per puntare i piedi su un altro provvedimento: il disegno di legge sulle energie rinnovabili sul quale anche il ministro dell’Ambiente chiede modifiche. Dopo una giornata di trattative l”emergenza’ rientra e Forza Sud che ha minacciato di non votare la fiducia torna ad allinearsi. Viene in aiuto al centrodestra, invece, l’Mpa di Lombardo che ha finora votato sempre con l’opposizione e sul federalismo sceglie di non partecipare al voto.

Compatte sul no le opposizioni che vanno all’attacco di un provvedimento che giudicano poco federalista e in grado di far lievitare la pressione fiscale.
– Fermatevi, fermatevi fermatevi – va all’attacco il leader del Pd Pier Luigi Bersani in Aula – altrimenti la riforma deraglia. Se volete scambiare il guscio vuoto della riforma con il sostegno a Berlusconi per i suoi processi noi lo andremo a dire in tutti i posti.
Lo stesso ragionamento che fa l’Idv con Antonio Borghesi.
– Questo ‘non è federalismo – attacca il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini – è solo ‘uno spot della Lega e sfascia il Paese.

Una riforma ”dannosa”, anche per il Fli che parla in Aula col neo-capogruppo Benedetto Della Vedova. Oggi il fisco municipale dovrebbe avere il via libera definitivo da parte del Consiglio dei ministri per poi passare alla firma del presidente Giorgio Napolitano.