Oggi nuovo governo. Assalto alla Sicurezza di stato

IL CAIRO – Nelle strade del centro del Cairo sono di nuovo rimbombati gli spari quando, in serata, l’esercito è intervenuto per disperdere manifestanti che cercavano di avvicinarsi ad una delle sedi della Sicurezza di Stato, da giorni obiettivo degli assalti dei dimostranti.

Le centinaia di manifestanti hanno tentato di forzare l’ingresso dell’edificio della Sicurezza di stato dipendente dal Ministero degli Interni per impadronirsi della documentazione e di eventuali prove di abusi: di fatto, l’assalto è iniziato quando alcuni poliziotti che si trovavano dentro l’edificio sono stati visti bruciare dei documenti. E ieri è successo lo stesso ad Alessandria e in altre parti del Paese, perché il popolo vuole lo scioglimento totale del corpo della State Security Police, il ramo più detestato della polizia in questo Paese, direttamente collegata all’utilizzo della tortura dei prigionieri politici.

La recrudescenza della violenza giunge proprio alla vigilia della presentazione del nuovo governo di Essam Sharaf, nominato primo ministro sull’onda della protesta che voleva mandare a casa Ahmad Shafiq, l’ultimo premier scelto dall’ex rais Hosni Mubarak.

Il nuovo esecutivo nascerà questo pomeriggio col giuramento davanti al capo del Consiglio supremo delle forze armate Hussein Tantawi, che rimane ministro della Difesa. Sharaf ha deciso di puntare sulla rottura con il passato, rinnovando i ministri importanti come quello degli Esteri, della Giustizia e dell’Interno.
Mancano ancora all’appello i titolari dell’Agricoltura e del Petrolio che andranno a unirsi ai 22 altri ministri designati. Undici di loro figuravano già nel precedente governo-Shafiq, ‘dimissionato’ la scorsa settimana.
Il principale segnale di discontinuità con il regime di Mubarak viene dalla sostituzione di Ahmed Abul Gheit, alla guida della diplomazia dal 2004. Al suo posto è stato scelto Nabil Elaraby, ex giudice della Corte internazionale di giustizia, ex rappresentante permanente presso l’Onu e vicino al movimento per il cambiamento di Mohamad el Baradei.

Per giorni i manifestanti hanno chiesto dalla piazza la sostituzione di Abul Gheit, considerato troppo vicino all’ex rais, cosí come hanno sollecitato un cambio al ministero dell’Interno. Sharaf li ha accontentati e ha nominato Mansour El Essawy.

Dopo il suo incontro di ieri col premier incaricato, Essawy ha affermato che la missione della sicurezza di stato sarà limitata alla lotta al terrorismo e non sarà quella di “interferire” nelle questioni amministrative di tutti i giorni dei cittadini.

Ma dopo le violenze di ieri il suo lavoro diventa già, improvvisamente, più difficile, considerando che i manifestanti hanno anche denunciato di essere stati attaccati da uomini in abiti civili armati di coltelli.
Altro ministero importante e delicato che cambia guida è quello della Giustizia. Verrà affidato a Mohamed Abdel-Aziz el-Gendim, che ha assicurato il suo impegno nella lotta alla corruzione e nell’assicurare che i giudici controllino le elezioni con estrema efficienza. Proprio oggi sono cominciati a circolare i dettagli sull’organizzazione del referendum costituzionale indetto per il 19 marzo.