Berlusconi fermo ai box lavora sul rimpasto

ROMA – L’agenda degli appuntamenti per metà settimana resta ufficialmente immutata. Ad incidere sui possibili cambiamenti sarà il decorso post-operatorio in seguito al trapianto osseo a cui Silvio Berlusconi si è sottoposto ieri mattina. Un intervento maxillo-facciale durato 4 ore in anestesia generale che però non allontana Berlusconi dai problemi legati al Governo (rimpasto e riforma della giustizia in testa) e al partito (con una ricalibratura degli assetti di vertice).

Ad annunciare la necessità di sottoporsi ad un’operazione chirurgica, in seguito all’aggressione subita nel 2009 in piazza Duomo, era stato lo stesso presidente del Consiglio che, nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi, aveva anche mostrato il dente mancante sottolineando l’impossibilità a rimetterlo a causa del nervo ancora infiammato. Superato il problema del nervo dunque il Cavaliere ha potuto procedere con l’intervento.
– E’ in buone condizioni – ha spiegato Alberto Zangrillo, medico personale di Berlusconi annunciando che il Cavaliere ‘’era già ad Arcore per la convalescenza’’. Riposo forzato dunque per il premier ‘’preoccupato’’, spiega sempre Zangrillo per la sua presenza giovedì in Consiglio dei ministri. La prognosi è infatti di qualche giorno (quattro o cinque) ha spiegato lo stesso medico del premier.

Se l’incontro di oggi con il ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman è ovviamente rinviato, il Cavaliere al momento non intende rinunciare al resto degli impegni: oltre al Consiglio dei ministri che darà il via libera alla cosiddetta ‘’riforma epocale della giustizia’’, venerdì Berlusconi con gli altri capi di Stato e di governo è atteso a Bruxelles per il vertice europeo straordinario sulla crisi in Libia.

Il presidente già scalpita per tornare, spiegano i suoi fedelissimi che ipotizzano, nel caso non ci sia nessun problema sul decorso post-operatorio, un rientro del Cavaliere a Roma mercoledì. Giorno in cui potrebbe riunire a palazzo Grazioli il vertice del Pdl alla vigilia del Cdm. Sul tavolo infatti oltre alla riforma della giustizia ci sono i tanto attesi ‘ritocchi’ alla squadra di governo. L’idea resta quella di procedere prima con la nomina dei ministri proprio nella riunione di governo di giovedì e poi, in seguito, la nomina di nuovi vice ministri e sottosegretari.

Una ‘carta’ che il Cavaliere potrebbe giocarsi a ridosso di votazioni importanti come quella sul conflitto di attribuzione sul caso Ruby. Un gioco di incastri, visti gli ‘appetiti’ degli alleati (Lega in testa) sui posti di governo, a cui va ad unirsi la partita delle nomine nelle aziende pubbliche e le candidature per le elezioni amministrative.

Ma al suo rientro Berlusconi dovrà fare i conti anche con i malumori sempre meno nascosti delle varie anime del Pdl. La ‘strigliata’ di Marcello Dell’Utri al partito non è passata inosservata, così come più di qualche mal di pancia si è registrato nel gruppo del Pdl alla Camera per il ‘protagonismo’ di Claudio Scajola e le ripercussioni che questo potrebbe avere negli equilibri stessi del gruppo a Montecitorio. Le amministrative, è il ragionamento che fanno alcuni dirigenti del partito, di fatto congelano i problemi sugli assetti, ma è chiaro che dopo le elezioni Berlusconi dovrà mettere mano al partito, magari arrivando con la convocazione di un congresso alla nomina di un unico coordinatore.