Accuse contro l’applicazione che cura l’omosessualità

ROMA – Questa volta l’adesione di comodo al referendum per garantire pieni diritti alle coppie omosessuali o la cancellazione estremamente politically correct della parola gay dalle proprie applicazioni non basterà. Sulla Apple, infatti, è piovuta una vera e propria valanga di accuse di omofobia a pochi giorni dalla pubblicazione sul suo App Store dell’applicazione di Exodus International.


Gli intenti dell’applicazione non lasciano spazio ad equivoci fin dalla sua stessa descrizione: “fornire accesso a news, informazioni e risorse di Exodus International, per incoraggiare, educare ed equipaggiare il Corpo di Cristo al fine di affrontare il problema dell’omosessualità con grazia e verità”.


E lo sviluppatore ha un bel difendersi sostenendo che “l’applicazione è progettata per essere una risorsa utile per uomini, donne, genitori e studenti che cercano consigli su come affrontare questa particolare situazione” (si noti che dall’originario “problema” si è già passati a un più accettabile “situazione”). Exodus, infatti, non ha mai nascosto di voler promuovere la “libertà dall’omosessualità” attraverso le sue ben poco scientifiche “terapie” (ormai da anni l’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce l’omosessualità come “una variante naturale del comportamento umano” e non certo una malattia).


Ciononostante la passione di numerosi gruppi integralisti cristiano-repubblicani al di là dell’Atlantico (e anche al di qua) per la promozione di tali “cure” è nota ormai da anni, con effetti devastanti per la psiche delle povere cavie che finiscono nelle loro mani, portandoli in alcuni casi fino al suicidio. Scrive l’associazione per i diritti dei gay Truth Wins Out: “Considerano l’omosessualità come una malattia che rende il cuore malato o una contraffazione, usano tattiche intimidatorie, disinformazione, stereotipi e una distorsione delle reali condizioni della comunità gay per attirare clienti. Utilizzano la terapia riparatoria per cambiare l’orientamento sessuale dei loro clienti, senza contare che la cosiddetta terapia è stata rigettata da ogni organizzazione medica professionale”.


Exodus, con le sue raccomandazioni all’astinenza e al rafforzamento della propria identità di genere, non è nuova ad apparire sui media americani, portando in dote un presunto numero di casi di conversione (anche se recentemente un esponente dell’associazione fu costretto ad ammettere di non aver mai assistito ad una trasformazione di questo tipo, con buona pace di Povia).


Insomma, che questo gruppo recidivo potesse arrivare a realizzare un’applicazione per iPhone per promuovere la sua campagna, non stupisce più di tanto. Ma che la Apple lo approvasse, lo rendesse disponibile gratuitamente su iTunes Store e che addirittura le attribuisse il rating 4+, riservato ai contenuti adatti a tutti perchè non sgradevoli nè discutibili, questo lascia invece sinceramente basiti.


La petizione di Change.org contro Exodus di firme ne ha già rapidamente raccolte più di 80.000, ma nonostante questo Apple non solo non ha rimosso l’applicazione, ma si è persino rifiutata di prendere una qualsiasi posizione sull’argomento, rispondendo con un secco “no comment” alle richieste di spiegazioni di Cult of Mac e della stessa Truth Wins Out. Ma i promotori della petizione non hanno intenzione di cedere: “Se Apple continuerà a tenere la testa sotto la sabbia,” spiegano, “convocheremo una conferenza stampa di fronte ai loro uffici per parlare delle vittime di abusi sessuali e spirituali di un programma per ex-gay”.