Si arresta l’avanzata degli insorti

ROMA – Si arresta a poche decine di chilometri da Sirte, città natale del colonnello Gheddafi e simbolo del suo quarantennale regime, la formidabile avanzata dei ribelli verso Ovest degli ultimi tre giorni. Con un’avanzata supportata dai raid aerei della coalizione – ieri i francesi hanno annunciato di aver attaccato e colpito un importante centro di comando vicino a Tripoli dove in serata sono stati segnalati nuovi pesanti bombardamenti nell’ovest e nella periferia est della capitale -, il regime ha visto cadere in tre giorni una dietro l’altra le principali città tra Bengasi e Sirte, da Ajdabiya ai fondamentali centri petroliferi di Ras Lanuf e Marsa el Brega.

I caccia della coalizione hanno bombardato all’alba anche la città di Sebha, 750 km a sud Tripoli, roccaforte della tribù dei Gaddafya di cui fa parte lo stesso colonnello e sede di diversi siti militari. L’agenzia libica Jana parla di ‘’molte vittime’’ senza pero’ fornire cifre. I ribelli, bloccati dalle truppe lealiste per tutta la mattinata appena fuori Ben Jawad, sono riusciti ad avanzare oggi solo per poche decine di chilometri.


L’esercito del colonnello, che sembrava essersi squagliato nelle ultime 72 ore, ha bloccato una colonna di ribelli ad Harawa, un villaggio a circa 60 km da Sirte, dove è infuriata la battaglia per ore. Diversi ribelli, secondo alcune testimonianze, sarebbero caduti sotto il fuoco incrociato dei cecchini e dei colpi dell’artiglieria pesante dell’armata di Gheddafi, che avrebbe distrutto numerosi mezzi sui quali avanzavano gli insorti. I problemi logistici per i ribelli sono gravi, ma si starebbe comunque preparando il rush finale verso l’Ovest ancora controllato dal regime.


Dopo giornate di intense battaglie, Tripoli ha annunciato tra l’altro un cessate il fuoco a Misurata, la sola città dell’ovest del Paese sotto il controllo degli insorti negli ultimi giorni.
‘’Le unità anti-terrorismo hanno smesso di sparare contro gruppi armati di terroristi’’ e ora a Misurata regnano ‘’la sicurezza e la tranquillità’’, ha sostenuto il ministero degli Esteri libico. Dal canto suo intanto il Consiglio nazionale di transizione, il Cnt che rappresenta gli insorti, ha promesso clemenza ai sostenitori di Gheddafi che abbandoneranno il leader libico.

La Nato intanto, i cui aerei hanno cominciato a pattugliare i cieli libici, si appresta nelle prossime ore ad assumere il pieno comando delle operazioni militari in Libia, compresa la cosiddetta ‘No Fly-zone plus’ che include raid aerei e bombardamenti su bersagli di terra. L’Alleanza ha però garantito assoluta imparzialità tra le due parti in lotta sul terreno, indicando nella protezione dei civili il suo obiettivo primario. Sul fronte diplomatico, la Turchia ha ribadito di essere disponibile a svolgere un’opera di mediazione tra il colonnello e gli insorti per giungere ad un rapido cessate il fuoco ed impedire che la Libia si trasformi ‘’in un secondo Iraq’’ o ‘’in un nuovo Afghanistan’’.


Ankara, secondo quanto annunciato dal primo ministro Recep Tayyip Erdogan, prevede anche di assumere la gestione dell’aeroporto di Bengasi, nelle mani degli insorti, per facilitare il trasporto e la distribuzione degli aiuti umanitari in arrivo in Cirenaica. Oggi a Londra, 40 ministri degli Esteri della coalizione si riuniranno per definire soluzioni politiche per il dopo-Gheddafi. Il presidente francese Nicolas Sarkozy e il premier britannico David Cameron hanno inquadrato gli obiettivi della riunione in una dichiarazione congiunta nella quale si ribadisce che il rais se ne deve andare immediatamente e si investe il Comitato Nazionale di Bengasi del compito di guidare la transizione.