Fiat, Marchionne: «Con Chrysler verso i 100 mld nel 2014»

TORINO – la Fiat conferma le strategie e indica, tra gli obiettivi, un fatturato con Chrysler di oltre 100 miliardi di euro nel 2014. All’ultima assemblea del ‘’gruppo come l’abbiamo conosciuto finora’’, l’amministratore delegato, Sergio Marchionne, archivia un 2010 ‘’cruciale, con risultati decisamente superiori alle attese’’. E il presidente John Elkann parla di ‘’ritorno alle origini’’ con una Fiat che di nuovo ‘’fa automobili, soltanto automobili’’.


La sede legale in Usa ‘’non è in agenda e non c’è alcuna tempistica’’, taglia corto Marchionne, dopo le nuove polemiche degli ultimi giorni, mentre ribadisce l’obiettivo di ‘’salire presto al 35%’’ ed entro l’anno al 51% di Chrysler, con modalità ancora da definire. Niente di deciso, invece, sulla quotazione della casa di Detroit che dipende dal desiderio di Veba, il fondo istituito due anni fa per fornire agli operai dell’auto assistenza sanitaria e pensionistica, ‘’di monetizzare per pagare le domande dei pensionati di Chrysler’’.


La casa di Detroit, spiega Marchionne, gode di buona salute: ‘’ha una situazione finanziaria buona, con in cassa più di quanto ricevuto dal Tesoro Usa’’, vende auto e fa ricavi. Il manager della Fiat, che appare un po’ stanco e meno brillante del solito, smentisce ancora una volta alleanze allo studio per l’Iveco, in particolare con Daimler, perchè ‘’non c’è alcuna urgenza di andare a sposare qualcuno’’. Chiarisce anche che non ha alcuna intenzione di vendere l’Alfa Romeo alla Volkswagen, anzi pensa che proprio grazie al Biscione potrà vincere ‘’nel lungo termine la concorrenza con i tedeschi’’.


In un mercato europeo dell’auto che continua ad essere ‘’molto difficile’’, Marchionne conta di aumentare la quota nel secondo semestre grazie ai nuovi modelli in arrivo, i primi dei quali presentati a Ginevra. Non apprezza affatto chi li giudica troppo americani perchè, anzi, è il contrario: ‘’più del 50% dei volumi che verranno prodotti dalla Chrysler in America – spiega – partono da una base fondamentalmente europea’’. E ricorda che un punto di forza del gruppo sono i mercati emergenti, in particolare il Brasile, mentre resta forte l’interesse e l’impegno per la Russia dove la Fiat è alla ricerca di un partner locale.


L’ad della Fiat, che conferma per quest’anno la politica dei dividendi con la distribuzione di 50 milioni agli azionisti della Spa e 100 milioni a quelli di Industrial, ripete le sue convinzioni sul divario tra il livello di produttività degli stabilimenti italiani, che è al 54% e scende al 37% se si considera la capacità tecnica, rispetto a quelli esteri dove le percentuali sono del 126 e del 78%. Nel 2010 sono stati compiuti ‘’passi importanti per ottenere la più ampia flessibilità degli stabilimenti e garantire loro prospettive sicure’’, grazie agli accordi raggiunti per gli impianti di Pomigliano e Mirafiori. A questi stessi ‘’principi guida’’ dovrà ispirarsi l’accordo per l’investimento all’ex Bertone, mentre ‘’per Cassino e Melfi non c’è urgenza’’.


– Le uniche certezze riguardano l’America – commenta Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom, mentre per la Fismic ‘’l’andamento della Fiat è apprezzabile e ora servono altri accordi’’. Giovanni Centrella, segretario generale dell’Ugl, chiede che sia riconosciuto ‘’il ruolo degli operai italiani’’.