Il premier: “La Tunisia rispetti i patti sull’immigrazione”

ROMA – Il sì di Umberto Bossi non è incondizionato. Il piano dell’Esecutivo per risolvere l’emergenza immigrazione va bene, ma sull’accoglienza dei profughi da parte delle regioni del nord il Senatur frena. “Con cautela”, ha detto ai giornalisti che, in Transatlantico, sono riusciti a strappargli un commento. Solo auspici e poche certezze, invece, sulla sorte dell’accordo con la Tunisia sui rimpatri dei clandestini. Funzionerà? “Spero di si”, ha risposto il leader del Carroccio facendo sua quella che, con il passare delle ore, sta diventando la maggiore preoccupazione del premier Berlusconi. Un’incertezza, quella legata al rispetto dei patti stretti la scorsa settimana dalla Tunisia, con i ministri degli Esteri e dell’Interno italiani, che ha spinto il presidente del Consiglio a fissare per lunedì prossimo un viaggio nel paese nord africano.

“Stiamo affrontando il problema dei rapporti con la Tunisia – aveva spiegato stamattina il premier alla platea che affollava il congresso dei Cristiano Popolari – Avevano promesso di fermare le partenze, ma questo non è avvenuto.

C’era stato assicurato il rimpatrio di 5.000 tunisini e noi avevamo garantito aiuti economici per favorire sviluppo e lavoro. E poi ci sono più di 11mila evasi dalle carceri che potrebbero essere tra quelli sbarcati in Italia”. E un Berlusconi allarmato e contrariato per la scarsa collaborazione delle autorità tunisine è tornato a parlare in serata, durante un vertice sull’immigrazione a Palazzo Grazioli, della difficoltà di individuare un referente istituzionale in una situazione politica ancora in divenire come quella del Paese nord africano. Della necessità di portare avanti i rimpatri in Tunisia parla anche il ministro degli Esteri Frattini tornato a puntare il dito contro la “clamorosa assenza di solidarietà da parte di tutti i paesi europei compresi quelli verso i quali molti tunisini vorrebbero andare”.

“Il presidente Berlusconi – dice il titolare della Farnesina – ha confermato che l’onere finanziario delle operazioni di gestione di questa emergenza sarà interamente a carico dello Stato. Il Governo, poi, avvierà un’iniziativa nei confronti dell’Unione europea per una doverosa condivisione, nel rispetto delle norme europee, dell’emergenza umanitaria”.

Ma sui tentativi del Governo di risolvere l’emergenza extracomunitari l’opposizione continua a essere critica e parla di “confusione e ritardi”. Per la senatrice del Pd Anna Finocchiaro “i ministri abbandonano precipitosamente il CdM in cui si stanno discutendo temi importanti legati alle emergenze sull’immigrazione solo per tappare con il loro voto i vuoti della maggioranza nella discussione su una legge ad personam per il premier”.

Mentre il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini mostra tutto il suo scetticismo chiedendo al ministro dell’Interno Roberto Maroni di chiarire dove sono dirette le navi con a bordo i migranti che hanno lasciato Lampedusa.

Navi, almeno tre, con prua verso la Puglia e che fanno confermare in serata ad Alfredo Mantovano – nonostante un lungo incontro con Berlusconi a Palazzo Grazioli – l’intenzione di dimettersi da sottosegretario all’Interno.