Torino, Fassino: «Completerò il cambiamento dell’urbe»

TORINO – “Non sarò un sindaco quieto, ho l’ambizione di continuare a cambiare Torino e per farlo bisogna rischiare’’. Piero Fassino avvia ufficialmente la campagna elettorale come candidato del centrosinistra alla successione di Sergio Chiamparino. E si accende la battaglia politica, a 35 giorni dal voto, sui temi trattati nella lunga intervista condotta da Giovanni Minoli, dal futuro della città alla cultura, dalla Fiat all’immigrazione.
Fassino, che ieri ha aperto ufficialmente la campagna elettorale, ‘provoca’ sul suo terreno, Michele Coppola, candidato del centro destra e oggi assessore regionale alla Cultura.
– Farò una grande Telethon torinese per finanziarla – afferma il candidato della sinistra.


Il principale sfidante dell’ex segretario Ds rilancia:
– Apriremo l’Agenzia per la creatività e il lavoro, in settori come la musica, la moda, il design, e non solo.
Le risorse per la cultura sono eterno terreno di polemica politica:
– Ma dove sta scritto – dice Fassino che ogni anno dobbiamo subire nuovi tagli da parte dello Stato?


Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati del Pdl ribatte:
– Prima di parlare, farebbe bene a informarsi, visto che il governo ha ristabilito il Fus sui livelli del 2009.


Fassino si dichiara disposto a collaborare con il governatore del Piemonte Roberto Cota ‘’nell’interesse di Torino’’, ma critica duramente il federalismo varato dal governo.


– E’ una bufala – sostiene -. Tremonti ha semplicemente dato ai Comuni il potere di aumentare le tasse locali. Io spero che questo si possa evitare. Per farlo è necessario continuare a combattere affinchè cessi questa politica del governo di abbattere la scure contro i bilanci degli enti locali.


Mario Carossa, capogruppo del Carroccio in consiglio regionale, rintuzza:
– Sentire un centralista come Fassino che pontifica sul federalismo è quantomeno ridicolo. Lui è l’emblema di una cultura che del federalismo è l’esatto opposto.


Per Fassino il compito che l’attende, se verrà eletto, è anche quello di ‘’completare il processo di cambiamento’’, ‘’dalla città-fabbrica nella Torino multivocazionale di oggi’’. E sulla Fiat bacchetta ‘’l’assenza del governo’’ e rimarca che la priorità è ‘’tenere l’azienda a Torino’’. All’anima cattolica del Pd, Fassino ricorda di essere ‘’credente’’ e di avere studiato dai Gesuiti. E chiude sullo slogan della sua campagna, quel ‘Gran Torino’ che a suo avviso deve risvegliare l’orgoglio dei torinesi per la loro città. Perche’’’tutto quello che accade qui è qualcosa che investe sempre l’intero paese’’.


Per il coordinatore regionale del Pdl Enzo Ghigo, però, ‘’è sempre più evidente che Fassino provi a parlare da torinese, ma rimane un candidato romano’’.


– E dice sì a tutto e tutti – prosegue -. Mette insieme nello stesso giorno il sì alla chiesa e alle tematiche gay (Fassino ieri ha partecipato al congresso dell’Arcigay toriense, ndr). Dimostra un’arroganza tipica di chi è da tanti anni lontano dall’amministrazione comunale e dai problemi di tutti i giorni.


Per il candidato a sindaco del Nuovo Polo, Alberto Musy, infine, ‘’Fassino ha dimostrato un perfetto stile cerchiobottista, esercitandosi retoricamente sulle cose giuste da fare. Forse ancora non sa di essere ostaggio della nomenclatura che lo sostiene’’.