Il Cnt a Frattini: più armi e risorse, Gheddafi: Vittime civili nei raid Nato

LUSSEMBURGO – Il Consiglio nazionale di transizione (Cnt) libico chiede più armi e risorse per proseguire la sua guerra contro Muammar Gheddafi, la cui partenza resta la condizione indispensabile per un cessate il fuoco.


A farsi portavoce delle richieste sono stati il responsabile della politica estera del Cnt, Ali al-Isawi, ed il capo delle operazioni militari, il generale Abdel Fattah-Younis, ricevuti ieri a Roma dal ministro degli Esteri Franco Frattini. I due rappresentanti dell’opposizione di Bengasi, ha spiegato il portavoce della Farnesina, Maurizio Massari, hanno chiesto in particolare che “sia messa a loro disposizione, attraverso meccanismi che la comunità internazionale dovrà studiare, una parte delle risorse congelate” con le risoluzioni dell’Onu. Questo permetterebbe al Cnt di proseguire la propria attività grazie ad “un mini budget che gli darebbe anche maggiore credibilità davanti all’opinione pubblica libica democratica”. “E’ una richiesta sulla quale noi siamo d’accordo in linea di principio”, ha affermato Massari, riferendo che al-Isawi e Younis hanno poi insistito sulla fornitura di armi difensive e su “un’azione più efficace da parte della Nato”.


Intanto da Parigi arrivano critiche all’operato della Nato. Il ministro francese degli Esteri Alain Juppè ha accusato l’Alleanza di non fare abbastanza in Libia per distruggere le armi pesanti del colonnello. “La Nato ha voluto prendere la direzione militare delle operazioni, noi l’abbiamo accettato – ha detto a radio France Info -. Oggi deve svolgere il suo ruolo, ovvero evitare che Gheddafi usi l’artiglieria pesante per bombardare la popolazione”. Per il ministro degli esteri inglese William Hague, “dobbiamo intensificare i nostri sforzi nell’ambito della Nato. Molto è stato fatto, ma chiaramente molto resta da fare”, ha sottolineato, ricordando che “migliaia di vite sono state salvate” grazie all’intervento militare in Libia.>p
La Nato respinge le critiche. “Con i mezzi che abbiamo, stiamo facendo un gran lavoro”, ha replicato il generale della Nato Mark van Uhm. L’alto ufficiale ha assicurato che Misurata è “la priorità numero uno” dell’Alleanza. Nel frattempo, le forze pro-Gheddafi sono state colpite dalle operazioni militari della Nato anche vicino a Brega e a Ajdabiya, mentre quattro tank sono stati distrutti a Zintan nell’ovest del paese e un deposito di munizioni distrutto vicino a Sirte, città natale di Gheddafi.
Secondo il ministro Frattini, “la Nato sta lavorando bene, ci siamo affidati alla Nato e la Nato sta facendo un buon lavoro”. Quanto alla richiesta di un coinvolgimento più attivo nei bombardamenti contro la Libia, l’Italia ribadisce le sue perplessità. ”C’è stata chiesta una maggiore partecipazione ai bombardamenti in Libia, ma da parte nostra c’è riluttanza”, ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. La Russa ha sentito al telefono il segretario di Stato alla Difesa americano, Bob Gates, che incontrerà lunedì prossimo, a Washington. Se anche da parte di Gates ci sarà la richiesta di un maggiore impegno militare dell’Italia, ha proseguito, ”la decisione non sarà comunque mia, ma del presidente Berlusconi e di tutto il Consiglio dei ministri”.
Prosegue intanto la propaganda del regime. “Il popolo armato difenderà il paese da un’eventuale invasione militare esterna”, recita un messaggio diffuso dalla tv di stato di Tripoli. Inoltre la tv di Stato denuncia vittime civili, tra cui donne e bambini, nel raid aereo compiuto dai caccia della Nato contro la città libica di Kakla.
Sul fronte diplomatico, l’Unione africana (Ua) continua a essere impegnata nella ricerca di una soluzione al conflitto. Lo ha detto il presidente della Mauritania, Mohamed Ould Abdel Aziz, che presiede la Commissione speciale Ua sulla Libia, al termine di un incontro con l’omologo algerino Abdul Aziz Bouteflika. Proseguono quindi – ha spiegato – i ”contatti” con i due schieramenti libici e domani il presidente della Commissione Ua, Jean Begg, sarà a Doha per ”presentare e discutere l’iniziativa africana”.