Giappone: Fukushima come Cernobyl. Tepco, temiamo il peggio

TOKIO – E’ ufficiale. L’agenzia giapponese per la sicurezza nucleare ha innalzato al livello massimo di 7 la classificazione dell’incidente nucleare alla centrale di Fukushima in seguito al terremoto e allo tsunami dell’ 11 marzo, classificandola al pari del disastro di Cernobyl del 1986.


La Tepco che gestisce Fukushima ha detto che “la perdita radioattiva non si è ancora arrestata completamente e la nostra preoccupazione è che possa anche superare Cernobyl”. Stamani una nuova scossa di magnitudo 6,3 ha interessato l’area. Il terremoto, che ha avuto per epicentro Hamadori (prefettura di Fukushima) e una profondità di 10 km, secondo la Japan Meteorological Agency (Jma), è stato registrato alle ore 14,07. Il sisma è stato subito seguito da tre scosse minori di magnitudo compresa tra 4,1 e 4,9. La Tepco ha reso noto, dopo aver effettuato i controlli richiesti, che le pompe per raffreddare i reattori di Fukushima n.1 non hanno subito danni. La compagnia, inoltre, aveva disposto l’evacuazione dei tecnici dal reattore a scopo precauzionale, oltre che dal vicino impianto di Fukushima n.2.


La situazione alla centrale nucleare di Fukushima ”si sta stabilizzando passo dopo passo”. Lo ha detto il premier nipponico Naoto Kan che, in conferenza stampa, ha aggiunto che ”le radiazioni stanno diminuendo”.


Kan, nel primo appuntamento con i media dopo il rialzo del giudizio sulla crisi nucleare a livello 7, lo stesso di Cernobyl, ha spiegato ”di aver dato istruzioni alla Tepco, il gestore della sfortunata centrale di Fukushima, ”di presentare una relazione sulle prossime iniziative da prendere” per la messa in sicurezza della struttura. Il premier ha anche auspicato che la popolazione ritrovi la spinta ”per tornare alla vita normale” dopo il sisma/tsunami devastante dell’11 marzo, lanciando l’appello per ”l’acquisto di beni e prodotti provenienti dalle aree terremotate”, come segnale di fiducia e solidarietà.


La Borsa di Tokyo termina gli scambi in calo dell’1,69%, scontando le scosse di assestamento che sembrano non avere fine nel nordest del Giappone e la decisione del governo nipponico di portare a 7, allo stesso livello di Cernobyl, la gravità dell’incidente nucleare alla centrale di Fukushima n.1, causato dal terremoto/tsunami dell’11 marzo. L’indice Nikkei scivola a quota 9.555,26, con una perdita di 164,44 punti, penalizzato dalle vendite dei titoli legati a macchinari elettrici, costruttori e all’export. Lo yen, inoltre, si rafforza contro dollaro e yen, rompendo una tendenza che aveva sostenuto il recupero dei listini di Borsa.