Libia, il leader dei ribelli in visita in Italia

ROMA – “Diecimila morti e 50-55mila feriti”. Questo finora il bilancio di sangue della rivoluzione libica come affermato dal presidente del Cnt di Bengasi, Mustafa Jalil, riferito nella conferenza stampa alla Farnesina dal ministro degli Esteri, Franco Frattini. Nella visita in Italia, il leader dei ribelli libici ha incontrato Napolitano al Quirinale e nel pomeriggio ha avuto un colloquio con il premier Silvio Berlusconi.


Mentre la missione internazionale sembra in stallo, il responsabile esteri del Consiglio nazionale transitorio di Bengasi, Ali Al Isawi, avverte: “Gli attacchi aerei non sono sufficienti per proteggere i civili. Contiamo molto sul ruolo dell’Italia e sulla partecipazione allargata da parte dell’Italia nel fornire sostegno al Cnt, specialmente per la protezione dei civili”.


Il titolare della Farnesina ha annunciato che il 2 maggio a Roma si svolgerà una conferenza internazionale per affrontare la soluzione del conflitto in Libia. Frattini ha detto che “tutta la comunità internazionale sta lavorando ad una sola soluzione che non preveda Gheddafi alla guida del futuro della Libia”.
La conferenza di Roma avrà come “primo obiettivo il coordinamento di tutte le iniziative volte a cercare una soluzione politica della crisi” ha aggiunto Frattini.


Riguardo alla lentezza della missione in Libia, Frattini ha ricordato come sia stato deciso con l’Onu di “non effettuare interventi militari di terra ma solo a protezione dei civili” con un intervento che ha “scongiurato un bagno di sangue” e quindi si è mostrato “assolutamente fondamentale”. “E’ chiaro che per vincere rapidamente sul piano militare – ha poi aggiunto – vi sarebbero molti altri strumenti, ma sono strumenti che la comunità non ha accettato, l’intervento di terra, i bombardamenti mirati anche nelle zone urbane, ma immaginiamoci i danni collaterali, quante vittime civili”. Frattini ha esortato quindi altri Paesi europei e del mondo a riconoscere presto il Comitato nazionale transitorio di Bengasi.


Al centro della riunione del Gruppo di contatto a Roma nella prima settimana di maggio ci sarà il tema della autodifesa del popolo libico e della fornitura dei mezzi necessari per attuarla, ha spiegato Frattini. Il ministro, nel corso della conferenza stampa congiunta con Jalil, al termine dell’incontro avuto alla Farnesina, ha poi elencato uuna serie di sistemi per l’autodifesa quali, i rilevatori ottici notturni, sistemi anti radar e altri congegni elettronici di cui potrebbero essere dotate in futuro le milizie dei ribelli.


Per Frattini la riunione a Roma dovrà servire anche a “trovare “strumenti legali internazionali per consentire la vendita di prodotti petroliferi in Cirenaica a produttori, fornitori e acquirenti internazionali”.


Parlando del dopo-Gheddafi, Jalil, che oggi sarà a Parigi per incontrare Nicolas Sarkozy, ha fatto sapere che i rapporti internazionali della futura Libia “saranno soprattutto verso chi ci ha sostenuto in questa fase delicata”. “Ci sarà cooperazione e amicizia forti con Italia, Qatar e Francia in primo luogo – ha spiegato – dopo seguiranno paesi come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e altri, ma ciascuno in base all’aiuto che ci ha dato oggi”. Jalil ha assicurato: “Non intendiamo uccidere Gheddafi né spingiamo gli altri” a farlo. “Auspichiamo, solo che lui e gli uomini del suo regime abbandonino il potere e lascino il Paese”.
Il presidente del Cnt di Bengasi ha infine dichiarato che la Libia coopererà con l’Italia per controllare l’afflusso di immigrati clandestini verso le coste italiane.


Riferendo più tardi alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato, il titolare della Farnesina ha detto che l’Italia è stato il primo interlocutore “non libico” del presidente del Consiglio nazionale di transizione di Bengasi.