Tremonti: «La manovra va fatta» Bersani: «Dove li trova 39 miliardi?»

ROMA – La manovra per aggiustare i conti pubblici va fatta: ma è dell’entità già stabilita con Bruxelles ed è ‘’tra le più basse del mondo’’ (lo 0,5% annuo, quindi 15-16 miliardi in due anni). Si partirà non ora ma nel 2013 e 2014. Poi nel 2015 si avvia l’abbattimento del debito per il quale potrebbero essere usati anche gli immobili pubblici. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, replica a quanti ipotizzano una manovra assai più ‘dolorosa’ che sfiora i 35 miliardi, cioè più del doppio di quanto sostiene il ministro.


Proprio ieri il segretario del Pd chiedeva appunto di sapere dove Tremonti troverà 39 miliardi e Confindustria sottolineava come per aggiustare i conti serva un impegno addirittura maggiore a quello richiesto dai parametri di Maastricht per l’ingresso in Europa. La correzione dei conti pubblici italiani sarà dello 0,5% l’anno nel biennio 2013-2014. Ma questo dipenderà anche dall’andamento dell’economia.
Tremonti, configura così il percorso del rientro dei conti.


– E’ una correzione che dobbiamo fare, come minimo dello 0,5% un anno e lo 0,5% l’altro anno, ma questo dipende da come andrà l’economia nel prossimo biennio. La nostra posizione non è particolarmente spiazzata. Anzi, confrontata con altri paesi si può verificare che tutti i sentieri che vanno seguiti per riportare in norma la posizione dell’Italia sono diversi dalle rappresentazioni fatte da altre parti. Come percentuale la nostra posizione è piuttosto interessante. Certo la correzione va fatta: ma la richiesta per l’Italia è tra le più basse del mondo.


Il ministro risponde così ad una domanda sulle ‘cifre’ indicate anche da Bankitalia che parlava di una manovra di oltre 30 miliardi, cioè il 2,3% del Pil. Ma è proprio l’andamento dell’economia l’incognita: in Italia ‘’dobbiamo e possiamo fare molto di più’’, ma i nostri conti non sono ‘’spiazzati’’ rispetto a quelli degli altri paesi europei. Tremonti guarda dunque alla crescita e su due fronti: quello nazionale (il ministro ribadisce che a maggio arriveranno le prime riforme già indicate nel Def), mentre su fronte ‘continentale’ occorre ‘’più Europa’’ attraverso la revisione dei trattati.


Insomma anche sui trattati europei servono degli ‘’stress test’’, dice Tremonti prendendo a prestito la formula attuata per il mondo bancario. Tra le riforme il ministro torna a parlare di quella fiscale che è ‘’non semplice’’ da fare, ma per la quale sono già disponibili le linee per capire ‘’dove vogliamo andare’’. Mentre sul nucleare ribadisce che ‘’serve una profonda riflessione’’. Anche perchè il beneficio in bolletta è ‘’locale’’, ma il ‘’maleficio può essere generale’’.


Sui prossimi impegni Tremonti chiede a opposizione e forze economiche e sociali un ‘’contributo’’ in termini di idee e di dibattito parlamentare per poi consegnare il tutto a Bruxelles dove a giugno tutte le proposte dei paesi saranno discusse collegialmente.