Tremonti. «Toppi controlli sulle imprese»

ROMA – Controlli a tappeto, continui accessi, ispettori, vigili urbani, vigili del fuoco. Basta con ”l’oppressione” dei controlli sulle imprese, bisogna ”concentrarli”. Lo sostiene il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, durante un’audizione sulle norme anti-scalata alla Camera. Anche le società più grandi però non se la cavano meglio: quotarsi infatti – secondo il ministro – costa ”una follia: 8 milioni per una società di 80”.


La posizione espressa dal ministro incassa l’ok degli imprenditori tutti: piccoli, medi e grandi. E anche i consumatori sono d’accordo ma chiedono di abbassare la ‘pressione’ più sui contribuenti singoli che sulle imprese. Poco convinta invece l’opposizione e anche il sindacato. In particolare il leader della Cgil, Susanna Camusso. E mentre dal Fli si fa notare come il ministro si lamenti per una cosa della quale è responsabile, il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, sottolinea:


– Il sistema delle imprese sia bloccato da un’eccessiva burocrazia, è vero. Ma la soluzione non è eliminare i controlli, piuttosto evitare la corruzione di chi li effettua. Insomma ci vuole più legalità.


Bankitalia infine riprende il tema dell’evasione: se si rafforza la lotta si possono abbassare le aliquote. Tremonti sostiene:


– I controlli fiscali, gli accessi e le visite alle imprese sono eccessivi con costi come tempo perso, stress, e occasioni di corruzione. Un’oppressione fiscale che dobbiamo interrompere.


Quindi lancia una proposta, ferme restando le regole sulla sicurezza sul lavoro: ”potremmo immaginare una qualche tipo di concentrazione, salve esigenze di controllo erariale e così ridurre il continuo controllo sulle imprese”.


– Ne va via uno – afferma -, e dopo un po’ arriva il vigile urbano. Ci abbiamo già iniziato a lavorare. Fermo discorso sicurezza lavoro. Serve o un coordinamento dall’alto o un diritto dal basso: il diritto di dire ‘non mi rompere piu’ di tanto…


A Camusso si accende però una spia:


– Non vorrei che riduzione di lacci e lacciuoli significhi riduzione dei diritti del lavoro. Non provino a ridurre i diritti dei lavoratori.


Poi Camusso attacca sui redditi:


– Invece di distribuire perle di saggezza Tremonti dica invece cosa intende fare.


Prudente anche il commento del leader Cisl Raffaele Bonanni, che chiede a Tremonti di essere selettivo.


– Con 120 miliardi di evasione fiscale e 100 miliardi di contributi evasi non si può generalizzare quando si parla di imprese – afferma – Ci sono imprese che rispettano i contratti che pagano le tasse e rispettano le leggi, e queste imprese sappiamo quali sono. Ci sono poi imprese che ora lo fanno e ora non lo fanno e altre che non lo fanno mai per questo non si può generalizzare.


Intanto gli imprenditori plaudono e forniscono i dati di questa oppressione: per assolvere i 15 diversi pagamenti richiesti dal fisco italiano – dice la Cgia – le piccole e medie imprese perdono complessivamente 285 ore l’anno. E Rete Imprese Italia ricorda che solo 4 adempimenti (770, dichiarazione Iva, comunicazione annuale e rimborsi Iva) costano, di pura burocrazia, al sistema delle imprese oltre 2,7 miliardi di euro. E secondo Alberto Bombassei, vice presidente di Confindustria, ”è positivo l’annuncio di Tremonti su una minore oppressione dei controlli fiscali nelle imprese, anche perchè l’evasione non è tanto nelle grandi imprese ma un po’ dappertutto”.


Argomento quello dell’evasione ripreso anche da Bankitalia che nell’audizione sul Def sottolinea come un rafforzamento della lotta all’evasione fiscale può ”aprire spazi per una riduzione delle aliquote fiscali”.