Napolitano: «No cieco scontro, rispettare la Carta»

ROMA – La prova di un paese diviso ce l’ha ancora prima di prendere la parola, quando il ministro della Difesa Ignazio La Russa viene fischiato da un gruppo di cittadini. Ma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non rinuncia ad approfittare della cerimonia per il 25 Aprile all’Altare della Patria per lanciare un nuovo appello a non far prevalere ‘’la logica del cieco e acceso scontro’’ nonostante la campagna elettorale. E, in nome dei valori della Resistenza, il capo dello Stato mette in guardia da proposte personali di riforma della Costituzione, che invece va rivista ‘’con la serietà che è doverosa e senza mettere in forse punti di riferimento essenziali’’.


L’anniversario della Liberazione non sarà ricordato quest’anno come esempio di coesione della politica e del paese, segnato, invece, da polemiche, contestazioni e iniziative che dimostrano come il 25 aprile non sia ancora una data che unisce il paese. La Russa e, in misura minore, il ministro dell’Interno Roberto Maroni vengono fischiati a Roma, il sindaco Letizia Moratti e il segretario del Pd Pier Luigi Bersani sono accolti da fischi e applausi a Milano. Contestazioni da cui tutti prendono le distanze con un distinguo del leader Pd che non avrebbe fischiato La Russa ieri, ‘’ma in Parlamento due settimane fa’’. L’unico simbolo delle istituzioni che non suscita reazioni contrastanti è il Capo dello Stato, non però meno preoccupato per le ‘’settimane di aspra tensione nella vita istituzionale e nei rapporti politici’’.


Per evitare che un clima già teso degeneri in vista del voto di maggio, Napolitano rinnova il suo invito ‘’ad un nuovo senso di responsabilità nazionale’’.


– E’ nell’interesse comune che le esigenze della competizione in vista del voto non facciano prevalere una logica di acceso e cieco scontro – afferma.


Responsabilità che però per il presidente della Repubblica non si dimostra solo nella ricerca di soluzione condivise ma anche nel rispetto dei principi sanciti nella prima parte della Costituzione. Un richiamo che sembra una risposta del Colle al fiorire di proposte di legge personali per rivedere la Costituzione, come quella del deputato Pdl Remigio Ceroni per correggere l’art.1 della Costituzione. O la proposta di modifica dei poteri della Consulta avanzata da Raffaele Vignali (Pdl) che però non si sente chiamato in causa da Napolitano, il quale, a suo avviso, ‘’rivolge un invito al confronto tra le parti’’.


L’effetto del messaggio di Napolitano è di unire e al tempo stesso dividere centrodestra e centrosinistra. Tutti si riconoscono nell’appello del Capo dello Stato, in primis il ministro Maroni che, nel suo intervento all’Altare della Patria, si augura di fare ‘’tutti insieme le riforme che servono all’Italia’’. Ma se per Bersani la Costituzione è intoccabile nella prima parte mentre ‘’è aggiornabile in quella che prevede la riforma delle istituzioni’’, il centrodestra mette l’accento sulla necessità di una riforma perchè, come dice Osvaldo Napoli, nel tempo ‘’è stata presa in ostaggio da una parte contro l’altra’’.