Con un po’ di Pepe la Juve espugna l’Olimpico

ROMA – Una sterile superiorità territoriale non basta alla Lazio, punita nel finale da una rete di Pepe, uno dei peggiori della Juve fino a quel momento. Ed ora la rincorsa ad un posto in Champions si fa in salita per la squadra di Reja, che resta sì a 60 punti, ma sente sul collo il fiato della Roma (59). Ed a tre giornate dalla fine anche i bianconeri (56 punti) possono ancora sperare nell’Europa che conta, perché negli scontri diretti sono in vantaggio con le tre che li precedono in classifica: Lazio, Udinese e Roma.


Il posticipo è amarissimo per la formazione di casa, colpevole di non riuscire a concretizzare in azioni da gol la supremazia di gioco. E, rimasta in dieci ad una manciata di minuti dalla fine per l’espulsione di Ledesma (doppio giallo), la formazione di Reja non riesce nemmeno a conservare quello 0-0 che sarebbe stato l’obiettivo minimo in una giornata che quasi obbligava alla vittoria. Ancora più amara pensando che la Juve per lunghi tratti è sembrata una squadra dimessa, timorosa, per nulla convinta di poter chiudere l’incontro con un successo. Mazzoleni ci ha messo del suo a rovinare la serata laziale, non fischiando (21’ st) un presunto pestone in area di Chiellini su Floccari.


Reja rinforza il centrocampo con l’inserimento di Matuzalem ed affida a Brocchi il non facile compito di arginare le discese di Krasic. Del Neri preferisce Barzagli al centro della difesa (al posto di Bonucci), ritrova Chiellini (fuori da oltre un mese per infortunio) e promuove Pepe titolare. La Lazio sa di dover vincere, prende l’iniziativa e non la molla più per tutto il primo tempo. Ma quel 66% di possesso palla finale raramente si traduce in reali pericoli per Buffon. Che, di fatto, è chiamato ad una sola parata, al 33’, quando Zarate trova un varco in area per Floccari. Sinistro velenoso che il numero 1 bianconero sventa di piede. Nel giro di tre minuti la riposta della Juve: Lichtsteiner ‘svirgola’ di testa un cross innocuo e serve Matri solo davanti a Muslera. ‘Musli’ compie il miracolo e si resta sullo 0-0. Tolte queste due emozioni i 50 mila dell’Olimpico assistono ad una prima frazione tattica.


La Juve lascia Del Piero molto solo, spesso vittima degli anticipi di Biava e Dias, preferendo aspettare la Lazio a ridosso della sua area per ripartire in contropiede. Ma la scintilla di Krasic non scocca mai. Sul fronte opposto, Brocchi gioca bene in copertura, e non ha certo colpa se le migliori occasioni toccano a lui. Come al 26’, quando spedisce a lato, di testa, un preciso cross di Ledesma.


La ripresa è la brutta copia del primo tempo, visto che la stanchezza appanna la già scarsa lucidità dei protagonisti. La Lazio arriva ancora al tiro con Brocchi (8’) di controbalzo, palla alta di poco. Nella Juve Aquilani continua a ‘nascondersi’, Del Piero è sempre spalle alla porta e la costruzione del gioco è lasciata a Melo. Poi lamenta una trattenuta in area di Floccari. Al 24’ un gran tiro di Hernanes costringe Buffon alla deviazione in angolo.


Del Neri toglie Motta e Matri per Salihamidzic e Toni. E proprio dal piede del bosniaco (42’) parte il cross che permette a Pepe di riscattare una partita incolore ed alla Juve di sognare ancora in grande.