Visita ministro non cancella sensazione di abbandono

BUENOS AIRES – Antonio Bruzzese, presidente del patronato Inca in Argentina, parla delle ricorrenze più significative che l’Italia e i connazionali all’estero celebrano in queste settimane, 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno, registrando “un distacco” tra la collettività di origine italiana residente all’estero e la Penisola. “Una distacco – afferma in un intervento diffuso in occasione della Festa dei lavoratori – mai stato così grande, eppure gli italiani in Argentina sono il cuore del Paese”.
Per Bruzzese la recente visita del ministro Frattini, “a distanza di 12 anni dall’ultima visita di un ministro degli esteri in loco”, non colma la sensazione di “una sorta di scomparsa dall’agenda politica di questa galassia di decine di milioni di persone di origine italiana e dei 4 milioni e mezzo di italiani all’estero, nonostante l’attività di 18 parlamentari eletti nella circoscrizione Estero”. “Nel reclamare diritti si chiede un maggiore presenza dello Stato in lingua, cultura, assistenza sanitaria, pensioni, trattamento fiscale più equo, rapporto tra lo Stato, imprese e imprenditori”.
Bruzzese segnala “un sistema di tutela sociale ridotto al minimo”, con convenzioni stipulate anni fa e solo con alcuni Stati dell’America latina (tra cui il Venezuela), accanto a “inadempienze, come quelle dell’importo aggiuntivo di 154 euro sulle pensioni che non viene erogato da più di 10 anni”. Richiama attenzione all’ipotesi di riforma di Comites e Cgie, al vaglio in Parlamento: “mi pare di scorgere una filosofia liquidatoria di una importante stagione di partecipazione politica da parte delle nostre comunità all’estero”.
In occasione del 1° maggio Bruzzese sottolinea la necessità che si torni a discutere del tema lavoro, del diritto al lavoro e della sua centralità quale elemento “sociale, suscettibile di soddisfare bisogni altrui e di fornire strumenti per il lavoro futuro. La crisi dello sviluppo è la perdita del valore lavoro. I fenomeni che caratterizzano questa svolta riguardano la crisi della rappresentanza sociale dei lavoratori e un indebolimento del Welfare dei paesi economicamente avanzati”.
Un tema che deve tornare al centro dell’agenda politica del Paese e dell’impegno sindacale, che “ha posto particolare attenzione alla tutela degli occupati, col rischio di non occuparsi del diritto di tutti al lavoro”. Per Bruzzese risulta indispensabile “per il movimento sindacale rivedere la propria azione. Le tutele vanno ridisegnate sapendo che bisogna soddisfare l’esercito dei giovani senza futuro… Una generazione di giovani che non è mai entrata nel mercato del lavoro anche se ancora non ne è uscita”.