Petacchi torna Ale-Jet, Cavendish polemico

PARMA – Due su due, idealmente sulle note della musica di Giuseppe Verdi. A pochi passi da Busseto, patria del celebre compositore, simbolo di patriottismo e sentimenti, il tricolore sventola ancora sul pennone del Giro d’Italia.


Sabato la maglia rosa di Marco Pinotti, primo a tagliare il traguardo con la sua Htc nella cronosquadre, ieri la vittoria in linea. Ancora una volta lo sprint incorona l’eterno Alessandro Petacchi. Per il velocista spezzino è il successo n.22 al Giro, ma cinque gli sono stati tolti nel 2007 per vicende di doping. E’ stata una volata concitata e nervosa. Il britannico Cavendish, battuto di un soffio, ha avuto una reazione rabbiosa per una presunta scorrettezza di Petacchi. La giuria ha immediatamente visionato il filmato dello sprint confermando così il podio. A coronare la giornata tutta italiana tre corridori ai primi quattro posti: terzo Belletti, quarto Ferrari. Anche se Cavendish si può consolare con la maglia rosa strappandola a Marco Pinotti.


Nell’ultimo chilometro si è scatenata la bagarre. La Garmin si è messa davanti tirando la volata di Farrar, ai 400 metri si sono fiondati Renshaw e Cavendish e Petacchi, trainato dal fido Hondo, li ha lasciati passare. Ma ai 200 metri Hondo si è fatto da parte. A quel punto sembrava fatta per Cavendish ma lui è il l’australiano hanno avuto un attimo di indecisione e si sono fatti sorprendere e Petacchi li ha sorpassati d’astuzia,
Il britannico ha tentato il disperato recupero ma ormai non c’era più tempo e si è dovuto inchinare ad Ale-jet. Sul traguardo Cavendish ha continuato le proteste, accusando il rivale di avergli tagliato la strada, poi ha incolpato la giuria sentendosi trattato ingiustamente. Nemmeno la maglia rosa è riuscita a consolarlo del tutto. Il pubblico lo ha perfino fischiato. Nel complesso non una bella pagina di fair play.


La tappa più lunga della corsa rosa, con i suoi 244 km, ha regalato ai corridori sprazzi si estate pura e il caldo si è fatto sentire. Al via da Alba non c’é stata la solita festa. Momenti di commozione per l’omaggio nella ‘sua’ città a Pietro Ferrero, grande appassionato di ciclismo tragicamente scomparso in Sudafrica dopo un malore durante un allenamento in bici. I corridori hanno osservato un minuto di silenzio e gli organizzatori hanno deposto una corona di fiori sulla tomba. Partito con indosso la maglia rosa è stata una tappa sfortunatissima per Marco Pinotti. L’ingegnere bergamasco, paladino dello sport ‘pulito’, è costretto due volte a fermarsi per problemi meccanici. E’ così rientrato in un lampo nei suoi consueti panni di gregario (ha approfittato perfino di uno stop per fare il pieno di borracce dall’ammiraglia per poi rifornire i compagni). E’ empre rientrato ma naturalmente ha pagato dazio. D’altronde che il testimone dovesse passare da lui a Cavendish era un copione già scritto dal momento che lo sprint era un epilogo ampiamente annunciato. Ma il più sfortunato di oggi è stato senza dubbio Sebastian Lang.


Il tedesco della Omega Pharma-Lotto è rimasto in fuga solitaria per 219 km. E’ scattato dopo appena tre chilometri toccando, nell’indifferenza del gruppo, un vantaggio massimo di oltre 19 minuti. E’ stato ripreso a 24 km dal traguardo, dal gruppo è partito il contrattacco di Giordani al quali si sono accodati in sette (poi rimasti sei per la caduta di Vorganov). Ma il gruppo ha ripreso anche loro ai meno otto dall’arrivo. Poi l’epilogo con il duello tra Cavendish e Petacchi. Che oggi potrebbe ripetersi.