Di Natale fa volare l’Udinese

UDINE – L’Europa che conta è più vicina. L’Udinese ipoteca il quarto posto dopo aver battuto una Lazio deludente per tre quarti di gara anche se, nell’assalto finale, ha fallito un rigore con Zarate, ha colpito un palo e ha sfiorato altre due volte il bersaglio.

Ma le opportunità di pareggiare gli uomini di Reja le hanno avute quando l’Udinese, a partire dal 21’, è venuta a trovarsi in inferiorità numerica per espulsione di Angella, che ha atterrato ingenuamente in area Rocchi, subentrato pochi secondi prima a Hernanes che ormai aveva speso tutte le energie. Rigore netto, ma Zarate ha sbagliato tentando un cucchiaio con Handanovic immobile che ha bloccato senza alcun problema l’esecuzione del bomber di Reja. Non è una coincidenza che il successo dei bianconeri sia coinciso con il pieno recupero di Di Natale e con il ritorno in campo di Sanchez, pur non al meglio fisicamente tanto che, a metà ripresa, Guidolin si è visto costretto a sostituirlo.

I due nel primo tempo hanno fatto il bello e cattivo tempo. La Lazio può recriminare per le occasioni fallite, ma ha vinto la squadra vera, quella che in campo è stata più ordinata, più vogliosa, più determinata, più rapida nella manovra.

Il primo tempo è stato avvincente, intenso, almeno per la prima mezz’ora, giocato a tutto campo da entrambi, con Sanchez in veste di delizioso rifinitore, evitando inutili allunghi per non pregiudicare le sue condizioni fisiche dato che, dopo una ventina di minuti, ha avvertito un dolore alla coscia sinistra.

Ma anche al 60 per cento ‘El Niño Maravilla’ può fare la differenza: l’attaccante cileno ha messo il suo delizioso zampino su entrambi i gol e, poco prima, su due azioni che avevano messo in condizione di trovare ancora il gol. La prima volta al 24’, quando Pinzi, su rapida azione di contropiede, ha tirato a colpo sicuro, ma Muslera è riuscito miracolosamente a deviare; la seconda al 31’ quando ancora Pinzi, libero sulla destra, ha crossato al centro per Di Natale che, a porta vuota, pressato da Biava, ha calciato fuori. Due occasioni da gol costruite con la complicità della retroguardia laziale che ha scalato sempre in ritardo, con Garrido sulla destra franoso. Così al 35’ Sanchez, con un pallonetto, ha scavalcato tutta la retroguardia, ha liberato sulla destra Di Natale che si è presentato solo davanti a Muslera battendolo con un bolide dal basso in alto. Sei minuti dopo, al 41’, è arrivato il raddoppio: Sanchez ha smarcato sulla destra Isla, questi ha crossato per Di Natale che non ha fallito la deviazione nella porta sguarnita.

Nella ripresa la Lazio, che ha sostituito Garrido con Scaloni, ha tentato il tutto per tutto, ma Handanovic è dovuto intervenire solo su innocui traversoni. Per venti minuti non è successo quasi nulla. E’ stata l’Udinese in contropiede a essere più pericolosa, ma al 21’, dopo che Reja si è deciso a far entrare Kozak e Rocchi al posto di un Hernanes ormai spento e di Floccari, la Lazio ha avuto l’opportunità di segnare ma Zarate si è fatto parare da Handanovic un rigore calciato in modo maldestro. Il portiere dell’Udinese è alla sua sesta parata su rigore ed eguaglia così Giuseppe Moro, ex portiere di Bari, Roma e Sampdoria dell’immediato dopoguerra fino a metà degli anni Cinquanta, che parò in un campionato proprio sei rigori. Subito dopo la Lazio ha preso d’assalto la squadra di Guidolin, in calo perché cominciava ad accusare la stanchezza ed era penalizzata dall’inferiorità numerica per l’espulsione di Angella al 21’ st. Al 31’ Zarate ha pennellato un lungo cross per Kozak che di piatto destro ha insaccato.

Il match si è infiammato, si è giocato ad una porta, si è esaltato Handanovic, e Kozak ha colpito un clamoroso palo con un colpo di testa al 35’ su cross da destra di Gonzales. Tre minuti dopo Dias di testa ha anticipato tutti, ma Handanovic ha sventato d’istinto. L’Udinese sembrava sul punto di capitolare e al 45’ Rocchi è giunto con un attimo di ritardo su cross da sinistra di Zarate. Poi, nel recupero, non è successo più nulla.