Premier: pm “cancro” da estirpare, è in atto una guerra civile

ROMA – Convention-show del premier Berlusconi a Milano, sabato alla manifestazione di sostegno per la ricandidatura di Letizia Moratti alla poltrona di primo cittadino. Il Cavaliere torna a parlare della necessità della riforma della giustizia e ad attaccare i magistrati. Un “cancro che bisogna estirpare”, così Berlusconi parla dell’azione dei magistrati, riferendosi a quelli di Milano, che hanno promosso i processi nei suoi confronti. Un’azione che bolla come “eversiva”. E quello che è grave, secondo il premier è che questa situazione va avanti da decenni. “Gli stessi pm sono ancora lì a ripetere lo stesso tipo di eversione: è una patologia, un cancro della democrazia che dobbiamo estirpare”.


“Per 26 volte i pm di Milano hanno tentato di usare come arma politica il diritto per far fuori il politico. Se uno solo di questi ‘colpi’ fosse andato a buon fine chi parla, sebbene eletto democraticamente, sarebbe escluso dalla vita politica”. Invece resiste, anche se obbligato a “un’umiliazione”, quella di dover andare a Milano in Tribunale. “Il presidente del Consiglio – ha detto – deve sottoporsi all’umiliazione ogni lunedì. Ogni lunedì è umiliato per accuse risibili e infondate. Poi con un’immagine diminuita e umiliata, magari il giorno dopo, deve rappresentare l’Italia sulla scena internazionale.


Poi però ieri specifica: “A Milano parlavo dei pm milanesi, non dei giudici. Anzi, ho sottolineato che le accuse che mi vengono rivolte dai pm non hanno trovato rispondenza nelle decisioni dei giudici”. È comunque in atto “una guerra civile”. “Terrificanti sono anche insulti e calunnie di cui veniamo fatti oggetto”.


L’accusa espressa dal premier nei confronti dei pm non convince Umberto Bossi. il leader della lega ha risposto così a chi chiedeva un commento: “Lo devi chiedere a Berlusconi, io non penso quella roba lì”. E ha continuato: “penso che ogni tanto c’é qualcuno che rompe le scatole, però non sono tutti uguali”.


Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini, a Cagliari in occasione della presentazione del suo libro ‘L’Italia che vorrei’, “è impensabile che il premier si scagli contro alcuni magistrati delegittimando tutta la categoria”. “La legalità – ha proseguito – è più impegnativa della sicurezza, è un abito mentale che ogni volta che si reclama si deve essere pronti ad indossare a dovere. È necessario un assoluto rispetto per le istituzioni, e chi riveste cariche istituzionali non si rende conto dell’errore che commette quando delegittima la magistratura”. “Questo -ha aggiunto- non significa che non si deve riformare la giustizia, ma il simbolo della giustizia è la bilancia, quindi bisogna avere grande attenzione all’equilibrio. Bisogna partire dal fatto che ogni cittadino è innocente fino al terzo grado di giudizio ma occorre fare attenzione a non far riforme dove si garantisca solo l’imputato, dimenticando la parte lesa”.