Inflazione, sopra il 2% nei prossimi mesi

Roma – «E’ probabile che il tasso di inflazione nell’area dell’euro resti nettamente al di sopra del 2% nei prossimi mesi». A sottolinearlo, nel bollettino mensile di maggio, è la Bce che evidenzia come «l’incremento dei tassi di inflazione registrato nei primi quattro mesi dell’anno è ampiamente riconducibile alla componente delle materie prime». La pressione al rialzo sull’inflazione, derivante soprattutto dalle quotazioni dell’energia e delle materie prime, sottolinea ancora l’Istituto di Francoforte, «è ravvisabile anche nelle fasi iniziali del processo produttivo. E’ indispensabile che l’aumento dell’inflazione armonizzata non generi effetti di secondo impatto nel processo di formazione di salari e prezzi, dando luogo a spinte inflazionistiche generalizzate».


Le aspettative di inflazione, rileva ancora la Bce, «devono rimanere saldamente ancorate in linea con l’obiettivo del Consiglio direttivo di mantenere i tassi di inflazione su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio periodo’’. A fronte dei livelli presistentemente modesti dei tassi di interesse su tutte le scadenze e dell’orientamento tuttora accomodante della politica monetaria, il Consiglio direttivo ‘’continuerà a seguire con molta attenzione tutti gli sviluppi relativi ai rischi al rialzo per la stabilita’ dei prezzi’’.


Sul fronte Pil seconodo Francoforte nell’area dell’euro dovrebbe crescere dell’1,7% nel 2011. Rispetto alle stime precedenti si tratta di un rialzo di 0,1 punto percentuale. La crescita attesa per il 2012 è rimasta invariata all’1,7%. Bce: Spf, disoccupazione al 9,8% nel 2011 e al 9,5% nel 2012
Per l’occupazione il tasso di senza lavoro nell’area dell’euro dovrebbe attestarsi al 9,8% nel 2011 e al 9,5% nel 2012. Rispetto alle precedenti stime le aspettative sul tasso di disoccupazione sono state lievemente riviste al ribasso di 0,1 punti percentuali sia per il 2011 che per il 2012. Rispetto alla precedente indagine le aspettative sul tasso di disoccupazione a più lungo termine (per il 2015) sono state riviste leggermente al ribasso di 0,1 punti percentuali all’8,2% e i rischi complessivi per le prospettive a più lungo termine sono valutati con orientamento verso l’alto.