MO, lascia Mitchell, brutto colpo per Obama

NEW YORK – E’ un brutto colpo per il presidente degli Stati Uniti Barack Obama: poco prima dell’atteso rilancio della sua politica in Medio Oriente, in stallo da lunghi mesi, il suo emissario George Mitchell ha deciso di lasciare l’incarico. Nella sua breve lettera di dimissioni, Mitchell ricorda di avere lavorato più a lungo dei due anni per i quali si era impegnato, e annuncia che lascerà il 20 maggio. Per il momento verrà sostituito dal suo vice, David Hale, ha indicato Obama.


Confermando le dimissioni, il presidente ha ricordato il profondo impegno” di Mitchell ”a risolvere il conflitto e a far avanzare la democrazia”, aggiungendo che il suo inviato in Medio Oriente ”ha contribuito immensamente all’obiettivo di due stati che vivono l’uno accanto all’altro in pace e sicurezza”.


Il segretario di Stato Hillary Clinton ricorda dal canto suo che Mitchell ”rappresenta le migliori tradizioni della diplomazia statunitense”. Il momento non poteva essere scelto peggio: giovedì, al Dipartimento di Stato Usa Obama pronuncerà un suo atteso discorso rivolto non solo al mondo arabo e musulmano di Africa del Nord e Medio Oriente, ma anche a Israele, i paesi del Golfo e dell’Asia minore, con l’obiettivo di un rilancio del processo di pace in tutta l’area.


Martedì Obama riceverà re Abdallah di Giordania, venerdì toccherà al premier israeliano Benyamin Netanyahu, a Washington per partecipare alla conferenza annuale dell’Aipac (American Israel Public Affair Committee), la principale lobby Usa pro-Israele, ed intervenire al Congresso Usa il 24 aprile. I cambiamenti in Tunisia e soprattutto in Egitto, le tensioni in paesi del Golfo e in particolare in Siria, con una crescente voglia di libertà da parte del mondo arabo e musulmano ha creato una opportunità di cui la Casa Bianca vuole aprofittare per fare progressi sul cammino della pace tra israeliani e palestinesi.


Come aveva anticipato il mese scorso il segretario di Stato Usa Hillary Clinton, gli Usa intendono proporre un nuovo approccio, affrontando senza indugi le questioni più difficili come le frontiere e lo statuto di Gerusalemme. Nel frattempo sono però cambiate le cose, anche perchè c’è stata la riconciliazione tra i palestinesi del Fatah e quelli di Hamas. Dall’autunno scorso, quando cioè Israele aveva respinto l’idea di una moratoria sugli insediamenti nei Territori, non ci sono stati progressi verso la pace in Medio Oriente, e lo stesso Mitchell, che per mesi aveva fatto su e giù tra Stati Uniti e Medio Oriente per rilanciare la macchina, ha decisamente rallentato l’attività.


Mitchell, 77 anni, cattolico maronita, è un ex senatore del Maine dalle lontane origine irlandesi e libanesi, e si era in particolare illustrato negli anni novanta, in quanto viene considerato l’artefice della pace in Irlanda del Nord. Ufficialmente Mitchell lascia l’incarico per ragioni personali, e non si escludono suoi nuovi problemi di salute, dato che dal 2007 è affetto da un cancro alla prostata. Ma in questi ultimi mesi il suo entourage non nascondeva la delusione dell’inviato di Obama, visto i pochissimi risultati raggiunti.