Consiglio di Sicurezza parte l’offensiva italiana

ROMA – Riparte oggi da Roma l’’’offensiva’’ dell’Italia – capofila di un fronte compatto di 122 Paesi – per riformare il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite figlio della Guerra Fredda adattandolo alle esigenze del XXI secolo in modo che ‘’ogni singolo stato membro vi si possa riconoscere’’. A riprendere le fila di una battaglia iniziata al Palazzo di Vetro 15 anni fa, saranno oggi – in una Conferenza alla Farnesina presieduta dal ministro degli Esteri Franco Frattini – i rappresentanti di due schieramenti fautori di proposte assai distanti tra loro. Da una parte, c’è il gruppo Uniting for Consensus (Ufc) che oltre all’Italia conta tra i supporter l’Argentina, la Cina, la Turchia, il Pakistan, il Canada che chiede un ampliamento del Consiglio (da 15 fino a 25 membri) puntando sulla dimensione regionale, con mandati per i membri non permanenti più lunghi di quelli attuali. Dall’altra, c’è il cosiddetto gruppo del G4 composto da Germania, Brasile, India e Giappone che mette sul tavolo la richiesta di un seggio permanente per ciascuno dei quattro e che conta sul sostegno di 70 Paesi.


Nonostante abbia recentemente presentato un terzo progetto di risoluzione, il G4 mostra però qualche crepa a livello di coesione. Se infatti Germania, Brasile e Giappone mantengono una certa prudenza di posizioni nella consapevolezza che la riforma può andare in porto solo con la maggioranza dei due terzi all’Assemblea generale, l’India invece punta i piedi.
– Entriamo in una fase propositiva che accresce il ruolo dell’Italia e dei suoi partner – osserva ottimista, alla vigilia della Conferenza, Cesare Ragaglini, ambasciatore dell’Italia presso l’Onu appena giunto a Roma da New York -. L’Italia – spiega all’Ansa il diplomatico – ha da sempre bloccato l’ iniziativa di chi voleva imporre nuovi membri permanenti accanto alle cinque nazioni uscite vincitrici dalla seconda guerra mondiale perchè la riteneva una mossa inutile e deleteria ai fine della riforma delle Nazioni Unite. Ma adesso – aggiunge Ragaglini – sia con la Conferenza di Roma, sia con la soluzione proposta da Uniting for Consensus all’Onu, fondata sul compromesso, la flessibilità ed il consenso, si apre una fase offensiva. C’è una differenza sostanziale – ci tiene a sottolineare Ragaglini -tra l’iniziativa del G4 e la Conferenza di Roma dove si tenderà al ‘confronto’ piuttosto che alla divisione ed allo scontro.


Basta a tentativi di forzare la mano, è il tempo di riprendere il negoziato sulla riforma dell’Onu in uno spirito di dialogo, è il motto del consistente gruppo capitanato dall’Italia. Quella di oggi, ne e’ convinto l’ambasciatore Ragaglini, ‘’sarà una riflessione a voce alta che molti Stati membri dell’Onu faranno per riprendere il negoziato di questa riforma che deve tenere conto delle esigenze di tutti gli Stati rappresentati al Palazzo di vetro’’.