Strauss-Kahn: harakiri o complotto? E’ addio all’Eliseo

PARIGI – Per chi non vuole pensare al complotto, il jolly pescato da Nicolas Sarkozy a un anno dalle presidenziali è un harakiri del suo avversario, Dominique Strauss-Kahn. Era lui, il socialista amico dei miliardari, ad averlo finora stracciato in tutti i sondaggi per la corsa all’Eliseo. Per non parlare dei dirigenti socialisti, che non lo hanno mai sopportato ma che ora sono finiti ko insieme a lui.


Domenica, maledetta domenica: per la gauche francese, che soltanto martedì scorso ha celebrato in un’atmosfera di grande ottimismo i 30 anni dell’avvento del primo socialista, Francois Mitterrand, all’Eliseo, non sarà facile dimenticare questa giornata. In molti si sono svegliati tardi e, in mancanza di quasi tutti i giornali, hanno appreso l’incredibile notizia dalla radio. Nelle strade, nei bar, non si parla di altro, mentre ora dopo ora, su Internet e nei blog, cresce come una valanga l’ipotesi di un complotto ai danni di DSK e dei socialisti.


Due gli elementi che la favoriscono: il fatto che la notizia sia stata diffusa, ben prima dei media americani, da un giovane blogger francese simpatizzante dell’UMP (il partito di Nicolas Sarkozy), e la location della ‘’scena del delitto’’, un hotel francese, ideale quindi per una macchinazione parigina. Ma tutto questo sembra ormai il contorno di una vicenda dal finale già scritto: Strauss-Kahn può scordarsi l’Eliseo, lo sfidante sarà il vincitore di un duello alle primarie fra le seconde scelte del Partito socialista. Da una parte il segretario Martine Aubry, che se ci fosse stato DSK non si sarebbe neppure presentata, dall’altra il cavallo di ritorno Francois Hollande, ex leader del partito che nella campagna 2007 fu scavalcato dalla moglie, Segolene Royal.


Un panorama tale da far rinascere le speranze di una destra di governo il cui presidente è sceso così in basso nei sondaggi da lasciare aperta la porta all’ipotesi di una candidatura alternativa. Erano tuttavia in molti, e non da oggi, ad avvertire un’aria pesante attorno al direttore generale del Fondo monetario internazionale. Il quale, forse temendo un attacco così frontale o semplicemente conoscendo le proprie debolezze, non si era ancora dichiarato candidato alle primarie. Si sa quanto DSK ami il lusso e di quali agi, con la ricchissima e comprensiva moglie dagli occhi blu, Anne Sinclair, abbia potuto godere.


In quest’ottica, notano oggi molti francesi, una foto mentre sale sulla Porsche di un collaboratore non avrebbe dovuto far sobbalzare nessuno, e invece è finita sulle prima pagine di mezzo mondo. Quasi, azzarda qualcuno, come un avvertimento. ‘’Shock’’, ‘’notizia-bomba’’, ‘’sconvolgente’’, ‘’terribile’’: i leader della gauche non sono andati molto oltre i punti esclamativi, in attesa di capire qualcosa in più. A destra ufficialmente non si esulta, anzi si invoca il garantismo e la presunzione di innocenza, ma i ‘rumours’ interni al governo parlano di un ironico rammarico per un colpo di scena ‘’arrivato troppo presto’’, con un anno di anticipo e, teoricamente, la possibilità per il PS di ricostruire una candidatura.


Al fianco di DSK, incrollabile nel dichiarare di non credere ‘’neppure un secondo’’ alle accuse contro il marito, la moglie Anne Sinclair. La terza moglie si dice certa che il potente consorte, finito in un attimo da una delle poltrone più ambite del pianeta alla cella di un commissariato di Harlem, uscirà da quest’incubo dimostrando di essere ‘’completamente innocente’’.